L'Anarca è quell'individuo sovrano nato dalla mentalità fuori dal comune che attingeva dall'illimitato pozzo della storia, della filosofia e dell'arte.
Lui-lei è al di là della sinistra o della destra, si muove senza fine in modo nomade con libertà mutevole attraverso il pensiero, sintetizzando idee contrastanti. Ma sempre saldamente radicato nel nichilismo. Questo è il vero anarchico. La loro è l'anarchia che ha prodotto (e produce tuttora) una vasta sottocultura ermetica e letteraria sotterranea.
Dai Noir Romains di Baudelaire, Gide, Mallarmé, le Blanc (e gli altri), passando per l'avanguardia del futurismo a Breton e Tzara del Surrealismo (e dei suoi alentours), alla nuova avanguardia di Barthes, Bataille e del 'post-modernisti, nei nuovi romanzi noir di Abellio, Parvulesco, Onfray e Bey. La lista è continua, nomade e delirante. Questa è l'anarchia del Movimento Anarchico, parte del Network Synarchique, che si è evoluto da un coinvolgimento politico all'interno dei circoli ermetici e letterari in Francia.
L'Anarca deve, nella sua essenza, essere un nichilista. Questa non è una posizione negativa. È un punto di partenza libero e nomade per l'esplorazione. Se l'anarca è dogmatico, i punti di partenza sono limitati e non c'è anarchia. Anarchismo e nichilismo vanno di pari passo. Il nichilismo ha una bella eredità, dai modi classici e russi al pensiero attuale di Michel Onfray (radicato nell'individualismo aristocratico di Georges Palante). Un parallelo transatlantico con l'aristocrazia radicale di Hakim Bey e del suo TAZ. Oggi il nichilismo anarchico è una forza crescente.
L'Anarca, essendo un nichilista, è libero di esplorare e sintetizzare. Un mondo aperto a questa mentalità è Decadence. Un'altra manifestazione in evoluzione dalla fine del secolo, con la sua fusione di arte, filosofia e occulto, nel mondo della Boheme. Molti scrittori si sono divertiti con il titolo di Decadent: Baudelaire, Gide, Peladan, Mallarme, Breton, Barthes, Bataille, Bonnefoy, Palante, Onfray e molti altri... La decadenza è la capacità di ricercare la poetica e l'estetica in ogni situazione e di muoversi nella vita con attivo distacco.
La Rete Synarchique appartiene ai circoli ermetici e letterari, centrati in Francia, da cui è emersa. L'ermetismo usa le chiavi della filosofia occulta (e oggi del surrealismo) non solo per aprire il flusso interno dell'anarca, ma anche nella politica pragmatica ed ermetica, l'interazione tra occulto e surreale in azione.Questa interazione ebbe origine (in tempi moderni) negli anni 1890 all'interno di un clandestino anarchico, e continua ancora oggi. Siamo la sua manifestazione attuale. Questa è la vera Anarchia - La rivoluzione gotica. Come esplorato da artisti del calibro di Marinetti, Tzara, Breton, Lautramont e i loro compagni di viaggio. Lavoriamo con loro verso una società ermetica e anarchica.
L'anarca – termine composto dal greco an (ἀν) 'senza' e -árchìs, da árchein (ἄρχειν), 'governare, comandare' – è una figura che appare nel romanzo Eumeswil di Ernst Jünger, pubblicato nel 1977. L'anarca riprende tratti caratteristici dell'Unico di Max Stirner: sovranità assoluta dell'individuo, ma nel rifiuto del potere; mancanza di sottomissione alle leggi della società, ma ricerca di una legge naturale o cosmica; volontà di una forma di padronanza eroica di se stessi; ricerca della libertà come fine ultimo di ogni azione; assenza di spirito di appartenenza a una bandiera o ideologia.
Pur considerando l'anarchia come l'elemento primario dell'esistenza, al punto che l'anarchia diviene nel romanzo di Jünger il vero movente della storia del mondo, l'autore tedesco distingue l'anarca dall'anarchico (benché definisca il primo anche come "anarchico radicale“). L'anarchico, infatti, vivendo nell'ossessione di una costante opposizione al potere, ne rimane prigioniero, e si destina quindi a una esistenza non realmente libera. L'anarca, al contrario, tramite una forma di indifferenza, non lontana dall'atarassia stoica, prende le distanze dalla società e dal tempo storico, per aprirsi a una dimensione libera dell'esistenza all'interno di un ciclo cosmico che lo sovrasta. In questo senso, la figura dell'anarca riprende, all'interno della tradizione anarco-individualista, modelli classici, sviluppati anche dalla tradizione romantica e da Nietzsche, in cui l'individuo si configura come punto di equilibrio tra la dimensione libera della volontà e la necessità della natura o del destino.
L'anarca può essere letto come un proseguimento o evoluzione della figura del waldgänger, che Jünger aveva descritto negli anni Cinquanta.
L'Anarca è colui che riesce a rompere i legami di quelle posizioni morali e politiche che sono dogmatiche e inamovibili; è quell'individuo che è riuscito a conquistare la sovranità su se stesso emancipandosi dal pensiero ammassato - dal quale fugge gettandosi nell'infinità della storia, della filosofia e / o dell'arte.
Si muove fuori dal quadro di qualsiasi gioco politico attuale. Per lui concetti come sinistra o destra, progressismo o conservatorismo, non hanno alcun significato oltre il loro valore manipolativo. Il suo pensiero ignora tutti quei limiti e classificazioni che rendono l'uomo bugiardo e meschino : per lui la verità è costruita da tutto e da niente.
L'Anarca non ha un ideale ben definito, non è catalogabile. È un nomade di idee e pensiero in eterno conflitto che si muove tra punti diversi, spesso apparentemente contraddittori, ma che allo stesso tempo ricerca la verità e vede legami profondi che altri non vedono da nessuna parte, quei legami talmente saldi da costituire un modus vivendi per lui.
La ricerca di questi legami indissolubili è nella sua lotta interiore, perché l'anarca, di fronte alla politica di massa e al consenso elettroale, con la sua retorica bugiarda e troppo spesso crudele, non riesce a non ribellarsi all'eterno gioco che politici e partiti attuano : quello di manipolare gli incauti e di fare false promesse agli sprovveduti che vedono nella classe politica una salvezza... ma che in realtà non salvano nessuno:l'anarca è dunque, è un nichilista assoluto. In quanto essere emancipato.
Colui che riesce ad elevarsi a tale essere. è al di sopra di ogni intenzione materialistica di trasformare la società, ed anche di qualsiasi ideologia collettiva.
Essere un Anarca è un modo di essere : non è un riformatore, tanto meno è un "rivoluzionario" nel senso che di solito viene dato a questa parola. E' assolutamente vero che la figura dell'Anarca coincide con quella dell'anarchico, costui desidera ardentemente lottare per l'Anarchismo, dato che la vera Anarchia vive in lui. Parte dal pensiero e poi si manifesta in azioni. Mai il contrario. Il suo non è un "posizionamento" (che di solito è sempre prima di qualcosa), tanto meno una "posa" apparente (come di solito accade), ma un modo di essere intimo ed eterno.
Nonostante il suo feroce individualismo, consciamente o inconsciamente, l'Anarca appartiene inevitabilmente a quello che potremmo chiamare il "Movimento Anarchico Mondiale", qualcosa come una rete di sin-anarchie formate da innumerevoli individui che influenzano circoli socialmente, artisticamente o culturalmente diversi di ampiezza maggiore o minore.
L'Anarca, nel suo io più elementare, è sempre un nichilista. Questa non è una posizione negativa. È solo un punto di partenza libero e nomade per l'esplorazione dei suoi dintorni. Un Anarchico dogmatico si sarebbe limitato e quindi sarebbe uscito dall'Anarchia.Il nichilismo ha un'eredità delicata, dalle vie della Russia classica al pensiero attuale di Michel Onfray.
Nel 1978, ad 83 anni, Ernst Jünger lasciò emergere la figura dell’Anarca dalla città di Eumeswil, una città priva di spazio e di tempo e proprio per questo luogo ideale dell’Anarca.Eumeswil è uno dei frutti tardivi dello Stato mondiale dopo la dissoluzione degli Stati nazionali scomparsi nel cataclisma dei “grandi abbracci”, cioè del globalismo e del mondialismo che distruggono la diversità e la specificità. Forse anche per questo Eumeswil è polimorfica: a volte, infatti, ci viene presentata come città, a volte come borgo dominato dal palazzo del Condor. Persino la collocazione spaziale sfugge a precise determinazioni: Eumeswil confina con il mare - che a volte è il Mediterraneo, altre l’Oceano Atlantico – confina con il deserto del Khan giallo, ma anche con foreste vergini. Anche temporalmente Eumeswil non ha età, anche perché il Luminar - strumento concesso a pochi eletti – consente di richiamare e vivere ogni età del passato, rendendola presente.
Il potere, in questa città-Stato contraltare della terribile Metropolis di Fritz Lang, è nelle mani del Condor, il cui colpo di Stato ha cacciato i tribuni e il cui palazzo è denominato la Casbah, segno che il potere, sotto l’apparenza dell’ordine, cova solamente il caos. Qui vive Martin Venator, o Manuel come lo chiama il Condor sensibile alla sonorità dei nomi. È un giovane storico che di notte lavora come cameriere al bar della Casbah a diretto servizio del dittatore. Martin Venator concilia le due attività dal punto di vista sia dell’interesse storico verso la politica del Condor e dei suoi intimi, sia soprattutto in virtù del suo essere l’Anarca, quindi non contro o a favore del potere, ma ad esso intimamente estraneo, indifferente quindi tanto al servirlo quanto al combatterlo.
Già qui si pone una fondamentale differenza tra l’Anarca e l’anarchico (l’anarchista, come lo chiama Jünger), benché l’humus che li ha generati sia lo stesso. Tutti infatti sono anarchici e per questo famiglia, società e Stato intervengono immediatamente per condizionare e potare questa forza primigenia; tuttavia, l’elemento anarchico rimane come sottofondo, magari inconscio, ma sempre pronto a prorompere come lava. Tutto ciò che è forza agente è anarchico - l’amore, il guerriero, l’omicidio, Cristo - mentre la loro controparte borghese - il matrimonio, il soldato, l’assassinio, san Paolo – no.
«La storia del mondo è mossa dall’anarchia».