Il primo aprile del 1977, un piccolo paese di campagna, al confine tra l'Inghilterra e il Galles, dichiarò la sua indipendenza. I nuovi passaporti furono stampigliati con il nome di Hay-on-Wye nelle due osterie del luogo, mentre veniva intonato l'inno nazionale di Hay.
Ai cittadini più in vista spettarono le principali cariche governative e i titoli di duca, conte e cavaliere furono messi in vendita.
Alcuni ambasciatori partirono subito per recarsi alla Corte internazionale di giustizia dell'Aia, in Olanda, e lungo i meandri del fiume Wye si aggirava in perlustrazione una cannoniera a remi.
Avvenimenti come questi sembreranno fuori luogo in una piccola comunità di campagna, ma Hay non è una cittadina ordinaria: è sede del negozio di libn usati più grande del mondo.
Tutti gli edifici disponibili sono zeppi di volumi e ogni anno questa fiorente industria attira turisti e curiosi dai più remoti angoli del globo.
L'artefice della trasformazione di Hay nella mecca del bibliofilo è Richard Booth, che si è autoproclamato “Re di Hay".
Il Re del Principato autonomo di Hye-on-Wye balzò sulle cronache di tutti i giornali del mondo. Si decise, quindi, di trasformare la fortezza della città in libreria, ospitando migliaia di volumi grazie a scaffali posti ovunque. I suoi "sudditi" ne seguirono immediatamente le orme e iniziarono ad aprire librerie un pò ovunque. Ed è così che oggi Hay-on-Wye è diventata la città dei libri. Al ristorante, dal fioraio, in farmacia, o sulle facciate delle case, ovunque è possibile acquistare o prendere in prestito libri nuovi e usati. Anche l'esterno del castello dove stabilì la sua dimora Richard Booth conta file interminabili di libri, e non c'è nessun cassiere. Solo una cassetta in cui inserire 1 sterlina per quelli con copertina rigida, 50 centesimi per gli altri. Tutto è lasciato al buon senso e all'onestà degli abitanti o dei visitatori di turno.
Quando inaugurò la prima bottega di libri di seconda mano, nel 1961, Hay era una località pittoresca ma in declino, con meno di 2.000 abitanti.
Era lentamente decaduta di pari passo con l'agricoltura locale, e molte imprese avevano chiuso i barttenti.
Booth iniziò a sistemare i suoi libri in molti edifici rimasti vuoti e, col passar del tempo, riempì l'antico ospizio, la cappella, il cinema e persino il castello, dove risiede attualmente.
Si stima che quasi 17 chilometri di scaffali colmi di libri si snodino attraverso l'insolita libreria di Hay-on-Wye. L'impero di Booth ha un giro d'affari di oltre un milione di libri all'anno.
A differenza dei rivenditori di libri usati, Booth non si è mai specializzato in un unico soggetto. Acquista i libri in blocco - magari intere biblioteche private - nella convinzione che nessun libro sia privo di valore, e che prima o poi "potrebbe interessare a qualcuno, in qualche parte del mondo”.
I prezzi sono contenuti e ce n'è per tutti i gusti. Le lotte contro i divieti e i regolamenti degli enti governativi spinsero Booth a dichiarare Hay-on-Wye un regno indipendente nel 1977.
Il suo fondatore è un accanito sostenitore della sopravvivenza delle piccole comunità rurali come la sua e crede fermamente nella necessità di incoraggiare la ripresa dell'artigianato tradizionale, tanto che egli stesso consegna i libri a domicilio, su un carro tirato da un cavallo. La trazione animale, afferma, può alleviare la crisi energetica e da lavoro agli artigiani locali - sellai, carradori e maniscalchi - che altrimenti finirebbero per restare disoccupati.
Gli abitanti di Hay amano questo personaggio eccentrico e affabile, che ha portato prosperità al paese, e benché non tutti siano d'accordo con le sue idee, la nuova industria dà lavoro al 10% circa della popolazione locale. I commercianti traggono beneficio dall'affluenza dei bibliofili e gli abitanti hanno tutte le ragioni di essere fieri dei libri, che hanno restituito vita e dignità al loro paese.