L’Anarco-Transumanesimo è una branca dell’anarchismo che, nel rispetto dei valori tradizionali e moderni dell’anarchismo, li combina con il transumanesimo ed il postumanesimo, può essere descritto come: Una rivoluzione democratica radicale che, seppur vecchia di secoli, ancora cresce forte, con al suo cuore l’idea che la popolazione sia maggiormente felice quando può controllare razionalmente la propria vita.

Ragione, scienza e tecnologia forniscono un genere di controllo che ci libera gradualmente da ignoranza, fatica, dolore e malattia. La democrazia radicale fornisce altri tipi di controllo, attraverso le libertà civili. Di seguito pubblichiamo interamente il manifesto completo degli anarchici transumanisti come approfondimento completo sia sulla matrice anarchica che sull'ideologia ed applicazione del transumanesimo.

Introduzione

Tecnologia e democrazia si completano a vicenda, assicurando che la tecnologia sia generalmente accessibile e democraticamente affidabile. Nei decenni a venire, la convergenza di nanotecnologia, biotecnologia, tecnologie informatiche e scienze cognitive, ci darà un'inimmaginabile padronanza tecnologica sulla natura e noi stessi. Questa padronanza richiede democratizzazione radicale ed egalitarismo.

L’Anarco-Transumanesimo assume una posizione anticapitalista, avvalorando la democrazia radicale ed i processi decisionali tramite consenso e creando un ambiente sindacalizzato.

L’anarchismo stesso ha diverse branche che spaziano dall’Anarco-primitivismo all’Anarco-comunismo. Il transumanesimo presuppone l’esistenza della competenza collettiva della comunità scientifica, l’avanzamento della tecnologia per migliorare il genere umano ed infine arrivare ad un futuro postumano. La cooperazione tra società umane per raggiungere i summenzionati obiettivi, assume che ci debba essere una sorta di essere cooperativo, pertanto qualche tipo di sindacalismo, socialismo e federalismo. L’Anarco-Transumanesimo mantiene l’idea che il progresso non dovrebbe essere frenato da istituzioni dogmatiche ed oppressive. Al contrario, l’innovazione ed il miglioramento delle condizioni umane può essere raggiunto enfatizzando la sopravvivenza e la cooperazione, invece della competizione e della conquista.

Quindi, l’Anarco-Transumanesimo è una combinazione di sindacalismo, socialismo, tecnologia e democrazia radicale, che mantiene una posizione anarchica sull’assenza di religioni, la distruzione del capitalismo e/o Stato socialista e l’idea che le menti (umane, post-umane) NON ABBIANO il diritto di imporre idee politiche, economiche e religiose su altri, specialmente tramite future guerre da miliardi di vittime.

L’Anarco-Transumanesimo presuppone che il futuro porterà ad un tipo di interconnessione mediante la tecnologia che permetterà agli individui ed alle comunità di comunicare e votare molto rapidamente, abolendo la necessità di uno Stato. Menti/Cervelli saranno “potenziati” mediante l’uso di mezzi tecnologici, portando ad più grandi, equi e pacifici risultati nei processi di voto.

Abbiamo, tuttavia, molto lavoro da fare già nel presente. Non possiamo adagiarci mentre il DoD, corporazioni come Walmart, Foxconn e i paesi del nord del mondo guidano il cambiamento verso il transumanesimo utilizzando la schiavitù. Se vogliamo il progresso, non possiamo permettere alle istituzioni capitaliste di continuare ad essere l’avanguardia dell’innovazione. Dato che i lavori nell’industria vengono occupati dalle macchine e gli imperi capitalisti collassano, il capitalismo e l’autoritarismo non sono sostenibili. I RICCHI questa volta non vinceranno; il progresso tecnologico, di fatto, gli si rivolterà contro, così come internet s’è rivoltata contro il governo USA che l’ha inventata – non potresti leggere queste parole anti-imperialiste se essi ne avessero il controllo – perciò dobbiamo agire ora, dobbiamo portarla nelle strade, condividere le informazioni e salvare quelle vite che i ricchi hanno sequestrato, dalla Palestina, al Iraq al Bangladesh – nelle zone di guerra e nelle fabbriche sfruttatrici.

Cosa accadrà se non ci sarà una fine per le istituzioni e le strutture che hanno creato queste zone di guerra e fabbriche sfruttatrici? Cosa accadrà se non poniamo fine alle istituzioni ed alle strutture che hanno impedito l’innovazione e la liberazione dalle limitazioni umane? Esistono diverse possibilità. Il cambio climatico è quasi irreversibile – molti rapporti scientifici affermati descrivono catastrofi ambientali apocalittiche. Questa è solo una della molte disastrose possibilità. Continuiamo a vedere giochi di potere su scala geopolitica, alcuni dei quali coinvolgono l’uso di armi e strumenti di manipolazione dannosi per l’esistenza umana e la qualità della vita. Alcuni massicci progetti di geo-ingegneria sono diventati realtà mentre il capitalismo distrugge la nostra relazione simbiotica con l’ambiente.

Pare che dovremo eliminare questi strumenti di distruzione, disfare le attuali strutture di potere e liberarci dalle nostre limitazioni mortali. La combinazione tra egalitarismo anarchico ed ambiziosa innovazione transumanista è una forza inarrestabile ed incredibilmente liberatoria che non possiamo ignorare.

Vogliamo vedere un autentico e giusto futuro transumanista, ma che sia con i valori anarchici e senza il massiccio abuso dei diritti umani. Le Menti/Cervelli devono essere liberati dai ceppi dello Stato oppressivo e dalla tirannia del capitalismo, ed il progresso tecnologico deve aiutare la nostra battaglia per il futuro!

Perché L'Anarchismo

L’anarchismo, come movimento e filosofia, circola sin dall’Illuminismo, anche se le sue radici si allungano fino ai tempi dei cacciatori e raccoglitori. In quel momento storico, era pratica comune per le tribù cooperare in modo inclusivo ed egualitario. Invece di essere sconsideratamente territoriali e competitive, le persone impararono a lavorare assieme per un bene comune. Prima dell’ascesa d’imperi, re e complesse gerarchie, il lavoro collettivo era l’unico modo per sopravvivere. L’anarchismo si contrappone all’idea di dover combattere e competere come società, scegliendo invece la cooperazione per il bene comune. Da allora è stata una corrente di pensiero che è cresciuta, si è evoluta ed è maturata fino a diventare un progetto per una società libera. Valorizza la libertà, la cooperazione, l’organizzazione priva di stato e le strutture sociali non gerarchiche. Il suo funzionamento è stato testato nelle comunità che valorizzano il voto tramite consenso e la democrazia diretta. Comunemente, l’anarchismo viene erroneamente descritto come caotico – impossibile da formalizzare, o esistente solo come impossibile sogno utopico.

Eppure, com’è stato dimostrato dalle implementazioni storiche dell’anarchismo nelle comunità internazionali e nelle società su vasta scala , esso è qualcosa di più di un semplice sogno bizzarro. Ma per poter ottenere un mondo anarchico, dobbiamo porre fine alle potenti strutture sociali, portatrici delle istituzioni repressive che hanno reso necessaria, in primo luogo, quest’idea rivoluzionaria. I due più prominenti aspetti del pensiero politico in cui gli anarchisti non credono, sono l’avanguardismo ed il capitalismo.

L’avanguardismo è tradizionalmente concepito come un piccolo gruppo di persone sostenitrici dell’ideale di stato socialista alla guida della classe operaia (proletariato) e che li allontani dalla tirannia dello stato capitalista e dei pochi che lo gestiscono (borghesia) . Il problema dell’avanguardismo, come ha mostrato la storia, è la massiccia mancanza di rispetto verso gli anarchisti (e chiunque si opponga allo stato) e le vite dei borghesi (sì, anche i borghesi, amministratori delegati di aziende e ufficiali del governo, sono persone) fino ad arrivare ai massacri di massa. Il fallimento dell’avanguardismo è più evidente nell’Unione Sovietica, nella quale l'élite “socialista” dichiarò che il capitalismo sarebbe stato sradicato, lo stato disciolto e tutti sarebbero vissuti in pace. Le purghe di Stalin e le carestie di Mao hanno reso chiaro il concetto. L’avanguardismo ha anche un terribile orrendo primato nel fallire a restituire lo Stato alla classe operaia, portandolo ad una dittatura sotto la bandiera del “socialismo”. I marxisti spesso si riferiscono a questo come alla dittatura del proletariato. Questo pericoloso concetto è un esempio perfetto del comune malinteso nei sostenitori dell’avanguardismo, secondo i quali il mondo verrebbe effettivamente plasmato dalle classi inferiori. Se andiamo ad esaminare l’applicazione dell’avanguardismo nelle società del passato, troveremmo, invece, che quei partiti si staccarono dalle classi inferiori di cui si dichiaravano parte. Se vogliamo sostenere i diritti del popolo, dobbiamo rimanerne parte, non diventare élite manipolatrici che dichiarano solamente di esserne parte.

Contrariamente a queste idee “socialiste” autoritarie, l’anarchismo non desidera che un piccolo gruppo di persone creino uno stato con un dittatore. Al contrario, l’anarchismo si forma attorno all’idea che la classe lavoratrice dovrebbe appropriarsi dei propri posti di lavoro, vite e comunità mediante l’attuazione di una democrazia radicale. La maggior parte delle persone chiamano questa nozione di anarchismo anarco-sindacalismo e socialismo libertario. Molti rimangono confusi dal temine socialismo libertario perché, a causa principalmente della propaganda occidentale, il libertarismo viene spesso associato ad una filosofia di capitalismo radicale, ed il socialismo ad una sorta di malvagio piano terroristico Sovietico ordito da hippie ricconi. In realtà, gli anarchisti ritengono che le libertà individuali debbano essere rispettate (libertarismo), e che questo si ottenga quando il popolo ha il controllo sulle risorse, sugli strumenti per sfruttarle secondo buon uso e che i beni ricavati siano distribuiti equamente (socialismo).

Vale la pena notare che l’anarchismo è socialista, ma non il tipo di socialismo autoritario che si è erroneamente portati a pensare. Molti comunisti e socialisti autoritari credono nell’idea che uno stato sia necessario per poter organizzare le classi inferiori, tutto questo, mentre fanno guerra a qualsiasi opposizione. Non si è mai visto un vero Stato di transizione che portasse all’assenza di stato e di classi. Al contrario, abbiamo visto stati “pro-lavoratori” evolvere in élite manipolatrici affamate di potere. Invece di ottenere una società per il popolo attraverso meccanismi di controllo statale, gli anarchisti sono fermi sulla posizione secondo cui dovremmo mettere in pratica i principi nei quali crediamo, senza bisogno di un onnipotente e corruttibile gruppo.

Anarchici come Mikhail Bakunin hanno criticato il concetto rivoluzionario di Marx dell’avanguardismo basandosi sull’idea che esso sarebbe una “burocrazia rossa” gerarchica che rimpiazzerebbe la tirannia capitalista con una tirannia comunista per poi regredire nuovamente nel capitalismo, se volete approfondire le posizioni di Bakunin e Proudhon contro Marx vi consigliamo di guardare i seguenti articoli: Gli scritti di Bakunin contro Marx e L'Anarco-Sindacalismo: Proudhon contro Marx

Sia l’anarco-sindacalismo che il socialismo libertario hanno una migliore reputazione nella lotta e nella messa in pratica di idee radicalmente egualitarie attraverso il processo di decisione via consenso. Disprezziamo orgogliosamente l’idea di una dittatura socialista ed, al contrario, evitiamo del tuttola “fase temporanea” dell’avanguardismo, per arrivare direttamente ad una società senza stato in cui la classe lavoratrice si auto-organizza sul proprio posto di lavoro.

Nei paesi ispirati al Modello scandinavo (una sorta di ibrido tra società capitalista e socialista), abbiamo visto una lenta evoluzione che non ha mai realmente incontrato tutte le necessità dei loro cittadini. Continuiamo a vedere problemi socioeconomici in paesi come Islanda, Svezia e Paesi Bassi . Sarebbe più razionale abbracciare gli ideali anarchici ed attuare una rivoluzione non violenta contro quel 1% - la borghesia. Storicamente, l’anarchismo si è mostrato anche meno discriminatorio e violento di una rivoluzione guidata da un’avanguardia. Gli anarchisti si battono per non avere alcun legame col tipo di capitalismo neo-liberale presente nelle nazioni sopra citate.

Gli anarchisti, come scritto precedentemente, sono contrari ai concetti di dominio ingiustificato e della gerarchia ottenuta con violenza e coercizione. Oltre ad essere meno discriminatori e meno violenti, gli anarchisti credono generalmente nel rispetto di chiunque, di qualsiasi estrazione sociale. Questo è visibile nelle numerose varianti anarchiche che spaziano dal femminismo al naturalismo, in cui nulla viene oppresso. Di conseguenza, l’idea avanguardista di far piazza pulita dell’opposizione per arrivare ad un duro stato, non è accettabile. Invece, abbiamo bisogno di qualcosa che dia enfasi ad una pura equità ed emancipazione del proprio futuro attraverso la democrazia diretta e le decisioni consensuali – l’anarchismo.

● Tutte le corporazioni (es. WalMart) e le organizzazioni come la NASA dovrebbero venire sindacalizzate, reclamate dai lavoratori e fare rapporto alla federazione dei lavoratori/anarchica (descritto nella - sez. 4).
● Tutte le religioni dovrebbero venire intelligentemente e razionalmente criticate quando ostacolano l’uguaglianza, la libertà, ecc.
● Capi, guru e figure politiche dovrebbero venire criticati ed esaminati scetticamente per assicurarsi che l’organizzazione dal basso rimanga una realtà.
● L'Anarco-Transumanesimo usa il metodo scientifico come propria base per l’investigazione razionale.
● L'Anarco-Transumanesimo riconosce che l’epistemologia e la filosofia della scienza sono in continuo sviluppo.
● La vera innovazione dovrebbe arrivare da cooperazione, ispirazione individuale e passione collettiva: non dalla competizione o dalla motivazioni profittatrici di pochi.
● I Transumanisti Anarchici SI RIBELLERANNO contro qualunque gruppo voglia ottenere potere utilizzando scienza e tecnologia. Attualmente in tutto il mondo, gli anarchici si stanno ribellando contro i pochi noti che perseverano e desiderano un futuro in cui il capitalismo, il libero mercato e gli schemi che prevedono il perpetuarsi del proprio potere utilizzando la scienza, la tecnologia e l’idea illusoria delle predizioni e degli algoritmi economici (es. Fondi speculativi, stock futures e venture capital)

Perché il transumanenismo

Il transumanesimo è un movimento non precisamente definito che s’è sviluppato gradualmente durante gli ultimi due decenni. È promotore di un approccio interdisciplinare per lo studio e la valutazione delle opportunità aperte dall’avanzamento tecnologico per il miglioramento della condizione umana. Viene prestata attenzione sia alle tecnologie attuali, come l’ingegneria genetica e l’informatica, sia alla previsione di quelle future, come la nanotecnologia molecolare e l’intelligenza artificiale (IA).

Le possibilità di miglioramento di cui si discute includono l’estensione radicale della vita umana, lo sradicamento delle malattie, l’eliminazione della sofferenza e l’aumento delle capacità intellettive, fisiche ed emotive umane. Altri temi del transumanesimo includono la colonizzazione dello spazio, la creazione di macchine super intelligenti ed altri potenziali sviluppi in grado di alterare profondamente la condizione umana. L’ambito non si limita agli oggetti ed alla medicina, ma abbraccia anche progetti economici, sociali ed istituzionali, lo sviluppo culturale e le abilità e tecniche psicologiche.

I transumanisti vedono la natura umana come un lavoro in corso, un principio immaturo che possiamo imparare a ri-plasmare secondo i nostri desideri. L’umanità attuale non deve essere lo stadio finale dell’evoluzione. I transumanisti sperano che con l’uso responsabile di scienza, tecnologia ed altri mezzi razionali, possiamo arrivare a diventare postumani, esseri con delle capacità notevolmente maggiori di quelle che gli umani odierni hanno.

Alcuni transumanisti s’adoperano attivamente per aumentare le probabilità di vivere abbastanza a lungo da diventare postumani, ad esempio scegliendo uno stile di vita sano oppure dando disposizione di farsi sospendere in ibernazione in caso di mancata rianimazione. Al contrario di molte altre prospettive etiche, che nella pratica spesso riflettono un approccio reazionario verso le nuove tecnologie, il punto di vista transumanista è guidato da una visione in continua evoluzione per un approccio pro-attivo verso le politiche tecnologiche.

Questa visione consiste in, a grandi linee, creare opportunità per vivere delle vie più sane e lunghe, migliorare la nostre memorie e facoltà intellettuali, raffinare le nostre esperienze emotive ed aumentare il nostro senso di benessere soggettivo ed in linea generale, ottenere un più ampio controllo sulle nostre vite. Si offre quest’affermazione del potenziale umano come alternativa alle consuete accuse di “giocare a fare il dio”, “pasticciare con la natura”, “manomettere la nostra essenza umana”, o “mostrare una deprecabile arroganza”.

Il transumanesimo non implica ottimismo tecnologico, ma ciò che vogliamo è creare una nuova infrastruttura che permetta all’ottimismo di diventare realtà.

Le capacità tecnologiche future portano con sé un immenso potenziale di sviluppi benefici, ma al tempo stesso possono venire usate malamente causando enormi danni che possono estendersi alla possibile estinzione di ogni essere intelligente. Le armi di distruzione di massa non sono che il primo esempio. L’idea di aderire a qualcosa che potrebbe sradicare la vita su larga scala, è atroce ed inaccettabile. Altri viluppi potenzialmente negativi includono: l’allargamento della disuguaglianza sociale e la graduale erosione di quelle risorse, difficili da quantificare e che tendiamo a negare nella nostra ricerca quotidiana di ricavi materiali, ma che sono a noi care, come le relazioni umani e la diversità ecologica. Tali rischi vanno presi molto seriamente e su questo, un transumanesimo ragionato non può che essere d’accordo.

Il transumanesimo affonda le radici nel pensiero secolare umanista, ma è molto più radicale in quanto promuove, non solo i mezzi tradizionali per migliorare la natura umana, come l’educazione ed il raffinamento culturale, ma anche l’applicazione diretta di medicina e tecnologia per poter superare i nostri limiti biologici di base.
Per maggiori informazioni sul transumanesimo vedere:
http://www.nickbostrom.com/ethics/values.html
http://jetpress.org/
http://ieet.org/index.php/IEET/biopolitics
https://www.reddit.com/r/DebateAnarchism/comments/3o95oo/anarchotranshumanist_ama/

Transumanesimo e Postumanesimo non sono Eugenetica

L’atroce storia della pseudoscientifica eugenetica non deve e non verrà perpetuata dal transumanesimo. L’Anarco-Transumanesimo si basa sulla cooperazione e la liberazione. Noi rifiutiamo i tentativi autoritari pseudoscientifici e pregiudiziali di dividere e soggiogare le menti ed i cervelli di tutto il mondo... [questa sezione dovrebbe riassumere brevemente l’eugenetica e descrivere in maggior dettaglio come il transumanesimo non può e non farà gli stessi errori di trasformare una pseudoscienza in costrutti sociali e leggi]
https://en.wikipedia.org/wiki/Eugenics
https://en.wikipedia.org/wiki/Buck_v._Bell
https://en.wikipedia.org/wiki/Psychometrics
https://en.wikipedia.org/wiki/Scientific_racism

Le Radici Dell'Anarco Transumanesimo

Può sembrare strano, dal punto di vista anarchico, iniziare la nostra discussione sulle radici storiche dell’anarco-transumanesimo facendo riferimento ad un filosofo controverso come Nietzsche. Tuttavia, sarebbe intellettualmente disonesto non riconoscere che Nietzsche fu il primo filosofo a formulare delle affermazioni esplicitamente transumaniste. Inoltre, le diverse ambiguità ed attribuzioni indebite del pensiero di Nietzsche sono inevitabilmente intrecciate alle molte ambiguità, sia politiche che etiche, che affliggono oggi il movimento transumanista. Non dovremmo, e non lo faremo, rifuggire dal discuterne in questo documento. Molte persone (sia dentro che fuori l’ambito anarchico) sono riluttanti a considerare il transumanesimo come un valido concetto con cui confrontarsi, perché vedono in esso gli echi sinistri dell’eugenetica nazista ed altre tendenze reazionarie ed autoritarie, proprio come molte persone non riescono a non vedere tali echi negli scritti di Nietzsche, anche quando è risaputo che erano delle sovrapposizioni distorte dei significati originalmente intesi. Come discuteremo a lungo in questo documento, noi rifiutiamo qualsiasi forma reazionaria di transumanesimo, proponendo invece un diverso, anarchico e progressista punto di vista. Per cominciare ad articolare la nostra posizione, è utile iniziare da Nietzsche stesso per discutere del primo precedente storico, e presentare quindi la nostra interpretazione dei suoi argomenti transumanisti.

Was groß ist am Menschen, das ist, daß er eine Brücke und kein Zweck ist: was geliebt werden kann am Menschen, das ist, daß er ein Übergang und ein Untergang ist. (Friedrich Nietzsche, "Così parlò Zarathustra")

Nietzsche è certamente il filosofo più largamente incompreso e frainteso della storia. Nel voler proseguire questa tradizione, andremo a presentare una lettura transumanista di questa sua famosa citazione dal Zarathustra. La parola tedesca Mensch è una parola senza genere che andrebbe tradotta in italiano come “l’umano”. Quindi, secondo questa frase di Nietzsche, “La grandezza dell'umano è di essere un ponte e non uno scopo”. Nell’idea dell’umano come ponte è intrinseco il punto di vista evolutivo della vita: l’evoluzione è non-teleologica, e l’umano non è l’apice dell’evoluzione, ma solo un altro stato transitorio in un processo che continua a modificare lo sviluppo delle specie. La specie umana, come ogni specie, non è la meta del processo evolutivo, ma una parte del processo stesso. Ma c’è di più nell’uso dell’immagine del ponte: un ponte collega due rive e se l’umano non è la meta ma un ponte, esso allora non è nemmeno un ramo morto dell’albero evolutivo. Il processo prosegue all’altro lato del ponte: l’umano ha un futuro non umano, o per meglio dire trans-umano. L’idea è ulteriormente elaborata in un’altra frase famosa del Zarathustra.

Der Mensch ist ein Seil, geknüpft zwischen Tier und Übermensch - ein Seil über einem Abgrunde. (Friedrich Nietzsche, "Così parlò Zarathustra")

In questa frase l’affermazione viene reiterata ed espansa: “l'umano è un cavo teso tra la bestia e il trans-umano”. L’uso della parola “bestia” come traduzione dal tedesco Tier è ragionevolmente accurato: il termine tedesco si riferisce più esclusivamente agli animali non-umani, al contrario della controparte italiana, “animale”, che può essere interpretata come inclusiva dell’umano facendo riferimento in generale al regno animale in biologia. È molto più controverso, storicamente distorto e fraudolentemente male interpretato, il modo in cui si dovrebbe leggere la scelta della parola Übermensch da parte di Nietzsche. Qui noi scegliamo di leggerlo come “ciò che sta oltre e sopra l’umano”, dove “sopra” per noi non implica un riferimento a qualche genere di relazione di potere, ma semplicemente un successivo passo nell’albero evolutivo. Abbiamo scelto di interpretare questo concetto come un’istanza del “trans-umano”. “Un cavo”, prosegue la frase di Nietzsche, “al di sopra di un abisso”. L’immagine dell’abisso evoca pericolo ed orrore. È la cecità del processo evolutivo della selezione naturale, che porta la maggior parte delle specie a scomparire nell’abisso dell’oblio e nell’estinzione. L’umano/ponte sfugge a questo fato ed oltrepassa l’abisso, connettendosi col lato opposto rispetto alla bestia, che nel Transumenesimo moderno è rappresentato dalla trasformazione di umano e macchina. Tuttavia, un ponte può reggere solo se collega entrambi i lati, ed il collegamento con la bestia è cruciale per la sua sopravvivenza tanto quanto il collegamento con la macchina transumana. I due lati di questo ponte di Nietzsche sono le interfacce umano-bestia ed umano-macchina: il post-umano ed il trans-umano.

Tornando alla citazione sopra, la frase continua con “nell'umano si può amare che egli sia una transizione e un tramonto”. La scelta della coppia di parole Übergang e Untergang è particolarmente interessante: entrambe contengono la radice “Gang”, che si può meglio tradurre come “passaggio”, cosicché il contrasto Übergang/Untergang suggerisca inizialmente la semplice contrapposizione sovrappassaggio/sottopassaggio. Tuttavia, il vero significato delle due parole si allontana, con un interessante cambio percettivo, da questo semplice contrasto: la parola Übergang, infatti, dovrebbe venire tradotta come “transizione” ed Untergang come crollo, decesso, estinzione.

Così, mentre il primo contrappunto suggerito tra “sotto” e “sopra” richiama nuovamente le due rive del ponte, ancorate nella bestia e nella macchina transumana Übermensch (ancora Über/sopra), il vero contrappunto tra significati vede l’umano come transizione contrapposta ed accompagnata dall’umano come estinzione (l’abisso): che testimonia il tramonto dell’umano.

wenn du lange in einen Abgrund blickst, blickt der Abgrund auch in dich hinein (Friedrich Nietzsche, “Al di là del bene e del male”)

Come scrisse Nietzsche in questa frase da “Al si là del bene e del male”: “se fissi a lungo lo sguardo nell'abisso, anche l'abisso affonda lo sguardo in te”. L’umano quindi è un ponte steso tra le sue interfacce con la bestia e la macchina, che fissa nell’abisso della propria estinzione, il quale lo fissa a sua volta con il potere cieco della trasformazione evolutiva. L’umano è una transizione, l’atto stesso di diventare transumano, e nel suo trasformarsi oltre l’umano, ottiene la propria fine: un ponte ed un tramonto.

È sempre stato una fonte d’ansia il pensiero dell’ascesa di nuove forma di vita ed intelligenza al di là dell’umano, specialmente al confine dell’interfaccia uomo-macchina. È sufficiente vedere quali paure profonde accompagnano l’attuale rapido sviluppo di forme di intelligenza artificiale, con fantasie sull’improvvisa ascesa di super intelligenze malvagie che sterminino la razza umana. Queste mitologie oscure dell’era moderna vanno ad aggiungersi al già vasto repertorio di alieni e macchine ostili. La tradizione della narrativa speculativa abbonda di computer rinnegati, intelligenze artificiali impazzite, cyborg e androidi disumani, assieme agli onnipresenti ed antichi ibridi umani-animali. Nel libro di Warren a cui si farà riferimento più sotto, c’è un’analisi approfondita riguardo questo tipo di ansietà cibernetica nella letteratura fantascientifica. In un simile filone, una delle critiche più diffuse e radicate fatte al transumanesimo si presenta nella forma di ansietà rispetto alla caduta ed eventuale estinzione dell’umanità. Questa è, ad esempio, la posizione che si può trovare nel libro di Agar: l’ascesa di una nuova forma d’esistenza trans-umana, specialmente sotto forma di potenziamenti tecnologici e fusione con intelligenze artificiali e macchine, ci depriverebbe della vera essenza di cosa significhi essere umano e ci porterebbe inevitabilmente ad una tirannia del post/trans-umano sull’umano. Una simile ansia riguardo all’emergere ed al rapido svilupparsi delle biotecnologie e dei loro effetti sulla natura mutevole della “condizione umana” riecheggia, in forma più sfumata, in diversi saggi collezionati nel volume “Is Human Nature Obsolete?” a cui si farà riferimento più sotto.

Una visione eccessivamente pessimista sembra inizialmente risuonare con l’idea del tramonto dell’umano nel Zarathustra di Nietzsche. Tuttavia, se osserviamo più attentamente la metafora del ponte, il ponte umano permane, steso sopra l’abisso dell’estinzione, proprio perché è profondamente radicato ad entrambi i lati dell’abisso alla bestia ed alla macchina. Solo accettando e abbracciando la fusione di entrambe queste realtà, il ponte umano può rimanere solidamente sopra l’abisso, una trasformazione che porta ad un profondo cambiamento di ciò che significa essere umano, ma non necessariamente alla scomparsa di ciò a cui possiamo riferirci come essenza della natura umana. Un punto importante da tenere a mente è che il concetto di cosa significhi essere umano è già passato attraverso profondi cambiamenti nella storia, diventando gradualmente (ed effettivamente troppo lentamente) più inclusivo, come verrà evidenziato più sotto. Questi cambi di prospettiva sull’umanità hanno portato all’inevitabile transizione da umanesimo a postumanesimo, ed il transumanesimo non è che un ulteriore passo nel processo di trasformazione. L’ansia sulla tirannia ed il dominio del post/transumano nei confronti dell’umano è radicata in quella percezione della vita e della società in termini di potere, dominio e relazioni gerarchiche, cioè esattamente ciò che l’anarchismo vuole abolire.

Le varie preoccupazioni ed ansie sulle possibilità di tirannia, violenza e dominio in un futuro transumano non sono ingiustificate, ma sono soprattutto le ragionevoli paure dell’effetto che si avrebbe estendendo al prossimo futuro transumano tutte quelle strutture di potere e di dominio sulle quali si basa l’attuale società capitalista. Una risposta appropriata a queste paure, non dovrebbe poggiare sull’idea di sopprimere, limitare, o proibire gli avanzamenti tecnologici che porteranno alle radicali trasformazioni dell’umano. Semmai, queste preoccupazioni mostrano quanto il transumanesimo abbia bisogno dell’anarchismo: lo smantellamento di tutte le relazioni di potere e di tutte le imposizioni del dominio e della sottomissione è necessario affinché il ponte umano resista sopra l’abisso, per garantire un pacifico e costruttivo futuro per tutte le intelligenze, che siano umane, animali, artificiali o transumane.

Umano, postumano, transumano, troppo umano:

Anarchismo e Transumanesimo affondano le proprie radici nella tradizione dell’Umanesimo. L’umanesimo crebbe, storicamente, prima come movimento culturale nel Rinascimento Islamico del periodo Buwayhidi (945-1055 CE) nella città cosmopolita di Baghdad, poi nel Rinascimento Italiano del 14mo,15mo e 16mo secolo (vedere i riferimenti). In entrambi gli ambienti, un ruolo cruciale per l’emergere dell’umanesimo fu il collegamento con la cultura, filosofia e scienza della civiltà dell’Antica Grecia. Alcune delle idee fondamentali della tradizione filosofica greca divennero le fondamenta del pensiero umanista. I greci instaurarono una tradizione d’indagini scettiche e curiosità intellettuale, una forte credenza che il mondo naturale potesse essere compreso e spiegato senza ripiegare nel soprannaturale, e delle correnti di pensiero che rifiutavano interamente la religione. È in questi primi sviluppi (vedere il libro di Russo, nei riferimenti sotto) che troviamo le radici della scienza moderna. L’umanesimo rinascimentale riscoprì queste correnti di pensiero attraverso la lettura di Lucrezio, allora vietato, e del suo meraviglioso poema latino “De rerum natura”: ancora prima che la lingua greca venisse ampiamente riscoperta nell’Europa Occidentale, l’epicureismo ed il neoplatonismo già ebbero influenzato profondamente il Rinascimento Italiano. Mentre cercava di mantenere, con difficoltà, un equilibrio con il brutale potere oppressivo della Chiesa Romana Cristiana, l’Umanesimo Rinascimentale riusciva ad ottenere una notevole rivoluzione culturale mettendo l’umano, e non Dio o la religione, al centro del cosmo. Grazie a nuovi sviluppi delle arti basati sull’uso della geometria, su di un ideale delle proporzioni umane (l’Uomo Vitruviano di Leonardo) ed allo stabilirsi di un programma di “studia humanitatis” nelle università, queste idee fecero da introduzione al fiorire della cultura. Il distacco della cultura dalla religione e la sua connessione con l’umanità, incentrato sull’umano come misura del tutto, condusse, col tempo, verso altri grandi passi nella cultura dell’Europa Occidentale, dall’Illuminismo Francese al conseguente sviluppo degli ideali Socialisti ed Anarchici.

Quest’aspetto importante dell’umanesimo rimane principio fondante ed ispirazione, ma è anche importante riconoscere che l’umanesimo ha avuto anche diversi aspetti negativi. Come l’antica Grecia, con tutta la sua bellezza ed importanza per il pensiero moderno, era anche una cultura con in cui era radicata la schiavitù, il sessismo e la xenofobia, in modo simile, “l’umano” inteso dall’Umanesimo Rinascimentale, era inevitabilmente maschio, discendente di europei o mediorientali, giovane e di costituzione sana. L’”uomo come misura del tutto” è un concetto di realtà estremamente antropocentrico, che non lascia spazio all’insondabile vastità del cosmo e la totale irrilevanza di questa particolare forma di vita su questo pianeta periferico. Crea una forma di eccezionalismo umano che nega la continuità tra questa specie e le altre specie animali, o la possibilità di qualsiasi altra forma d’intelligenza non umana.

È questa importante critica all’umanesimo che che portato allo sviluppo del Postumanesimo. Ci sono molte forme di postumanesimo (vedere i riferimenti per qualche esempio). Per il modo in cui noi ci approcciamo al movimento postumanista, non vogliamo vedere il postumanesimo come un anti-umanesimo e neppure come una forma di post-modernismo. Consideriamo il postumanesimo come una naturale evoluzione dell’umanesimo, nella quale i maggiori problemi dell’umanesimo vengono affrontati criticamente e vengono introdotti profondi cambi di prospettiva. A questo proposito, siamo più vicini al postumanesimo di Braidotti, che a quello di Neyrat.

Il postumanesimo richiede lo smantellamento dell’eccezionalismo umano nel relazionarsi con le altre forme di vita ed intelligenza. Richiede l’abbandono della visione umanista antropocentrica in relazione al cosmo ed alla realtà fisica. Rifiutiamo completamente qualsiasi tentativo di escludere e marginalizzare qualsiasi popolazione, che sia su base di razza, genere, origini geografiche, identità ed orientamento sessuale, o qualsiasi altro tentativo mirato a suddividere l’umanità marcando una barriera esclusiva tra “noi e loro”. Il postumanesimo mira ad essere massimamente inclusivo. Abbracciamo la visione umanista di un mondo naturale svuotato da interventi sovrannaturali. Conserviamo la fede umanistica sull’importanza dell’educazione e degli "studia humanitatis" (che includevano le scienze naturali e matematiche assieme a quelle umanistiche e delle arti). Conserviamo anche la fede nei corpi meccanici e nelle menti computazionali, derivata dall’umanesimo e dall’illuminismo, ma riconosciamo il valore della cognizione in ogni sua manifestazione umana e non umana.

Solitamente, il transumanesimo fa riferimento a modifiche della natura umana ottenute tramite mezzi tecnologici e scientifici. Ciò che è stato fin’ora sviluppato del transumanesimo è la possibilità di determinare la propria identità sessuale e la disponibilità dei mezzi tecnici che permettono di effettuare le modifiche desiderate al corpo umano per poter accomodare questa scelta. La transessualità è la forma più esemplare del transumano. Altre importanti forme esistenti di transumanesimo sono maggiormente concentrate sugli interventi medici e le protesi, dove l’interfacciamento del corpo umano con elettronica e dispositivi più sofisticati sta facendo avanzare rapidamente le possibilità di terapia. Il transumanesimo immagina un’ampia estensione di questi sviluppi, sia all’interno che al di fuori delle applicazioni mediche, guidata da una filosofia generale di libertà morfologica che massimizzi le possibilità di effettuare cambiamenti al proprio corpo ed alla propria mente. Quest’idea di transumanesimo, a patto che non promuova od imponga una forma al di sopra delle altre ed una scelta al di sopra delle altre, è completamente compatibile con l’inclusività del postumanesimo.

Nella filosofia del Cyborg di Haraway (vedere “Il manifesto Cyborg, ristampato nel libro della Haraway indicato sotto), è presente un’interessante fusione di postumanesimo e transumanesimo. La mutevole figura dell’ibrido umano e macchina dimora negli spazi liminali ai confini dell’umanesimo, nelle sue zone di esclusione: donne, macchine, animali. Il recupero di questi spazi crea il nuovo soggetto postumano, la nuova figura Vitruviana del Post/Trans-umanesimo.

Штурм неба! Assalta i cieli!

Le radici storiche fondanti il transumanesimo anarchico affondano profondamente nei movimenti artistici d’avanguardia della Russia, che fiorirono nel contesto dell’ampio spettro dei movimenti anarchici, socialisti e comunisti immediatamente precedenti alla Rivoluzione Russa e che, per breve tempo, la seguirono fino a quando la dittatura oppressiva di Stalin ottenne il controllo politico e li soppresse (vedere i capitoli 4 e 5 del libro di Antliff, ed i libri di Bowlt e Matich e di Stities nella lista sottostante). Questo ampio ambiente culturale radicale vide la nascita del Futurismo artistico e letterale, a fianco di una vasta gamma di movimenti collegati come Raggismo, Cubismo-Futurista, Suprematismo, Orfismo. Le arti visive e poetiche di questi movimenti d’avanguardia russi erano dominati da un’ampia mitologia di progresso tecnoscientifico ed una modernità visionaria profondamente radicata nella filosofia anarchica e socialista. Erano diffusissime immagini di treni, come simboli di una modernità rivoluzionaria che conduceva l’umanità, collettivamente, verso il futuro, attraverso un nuovo livello di connettività che trascendeva lo stato ed i limiti di classe. Altri temi iconologici dominanti includevano il corpo come meccanismo e la fusione tra corpo e macchina (dalle figure di balletto di Oskar Schlemmer ai robot di Capek), il mito dell’elettrificazione come modernizzazione e metafora del potere politico rivoluzionario, l’immagine della città come centro dinamico di trasformazioni sociali radicali e innovazioni tecno-scientifiche, e connessione tra il destino progressivo umano e l’esplorazione del cosmo.

È all’interno di questo generale sfondo culturale e politico che fiorì il movimento culturale del Cosmismo (a cui talvolta ci si riverisce come a Biocosmismo). Quella fu l’origine diretta del transumanesimo moderno ed espose diversi dei temi più importanti che si possono incontrare nelle sue forme contemporanee. Come nella sua moderna controparte transumanista, il Cosmismo Russo fu un movimento misto, dove alcune figure rappresentative si mescolavano con il misticismo e la religione, mentre altri abbracciavano gli ideali anarchici, socialisti e comunisti (vedere il libro di Young, più sotto). I pensatori cosmisti promuovevano l’estensione radicale della vita umana, la conquista dell’immortalità tramite mezzi scientifici, la fusione tra umano e macchina, lo sforzo per l’esplorazione spaziale e la creazione di colonie umane al di fuori della Terra. Il movimento filosofico cosmista a sua volta influenzò profondamente gli scienziati che nei decenni successivi realizzarono il programma spaziale Sovietico, partendo da Konstantin Tsiolkovsky, il padre dei Cosmonauti Sovietici (vedere sotto il libro di Andrews).

La convergenza di Anarchismo e Socialismo con Cosmismo e Futurismo che avvenne negli anni che portarono alla Rivoluzione Russa rimane una profonda fonte d’ispirazione per i movimenti moderni che combinano Anarchismo con Transumanesimo.

Afrofuturismo Cyberfunk:

Riconosciamo nel movimento Afrofuturista un’altra maggiore influenza del Transumanesimo Anarchico. Questa corrente di narrativa speculativa e fantascienza Afro-Americana ha giocato un ruolo importante nel creare uno spazio per movimenti sociali radicali incentrati su un futurismo d’avanguardia etnicamente vario, libero da colonialismo ed oppressione, dove tecnoscienza, cultura urbana e viaggi spaziali fantascientifici siano visti solo la luce della diaspora africana. L’afrofuturismo abbraccia le arti: nella musica dai Parliament-Funkadelic's Mothership a Janelle Monáe, al Manifesto Sonocybernetico del musicista-cyborg Onyx Ashanti (vedere i collegamenti sotto), così come nelle forme letterali e visive (compreso l’Afro-Surrealismo di Amiri Baraka). C’è un profondo legame tra l’arte, specialmente nella musica, ed il movimento afrofuturista, basti vedere il libro di Chude-Sokei indicato sotto. Un tema importante di questo movimento artistico, il collegamento tra la musica, l’immaginazione tecnoscientifica e le scienze, è stato raccolto in modi creativi dagli scienziati; vedere ad esempio il libro del fisico Stephon Alexander nei link sottostanti.

I concetti di Cyberfunk, Cypherfunk e Biofunk hanno origine dagli scritti di Balogun Ojetade e Milton Davis (vedere l’antologia “The City” sotto citata ed i siti "Chronicles of Harriet" e “Mvmedia” nei collegamenti sottostanti). L’artista Carles Juzang ha creato molti bellissimi esempi visivi che sviluppano la poetica Cyberfunk (vedere il link alla sua pagina DeviantArt, più sotto).

Il termine Cypherfunk indica un movimento di attivisti africani e afroamericani che promuove l’uso di codici, crittografia e hacking come strumenti di azione politica. In questo movimento giocano un ruolo cruciale la creazione di spazi online e la coordinazione delle azioni politiche attraverso comunità online. La premura verso privacy, sicurezza e sorveglianza è parte integrale dell’approccio cypherfunk, specialmente l’invenzione creativa di tecniche di subveglianza organizzate da reti di cittadini allo scopo di proteggere la comunità dalla brutalità poliziesca e dalla violenza razzista. L’aspetto Biofunk del movimento afrofuturista si concentra sul ruolo trasformativo delle moderne biotecnologie: bio-hacking, biologia sintetica DIY (fai-da-te) e manipolazione di materiale genetico, con particolare attenzione al punto di vista di quei gruppi marginalizzati che tradizionalmente sono stati esclusi dalla Grande Scienza gestita da corporazioni e università. Il movimento biofunk combatte anche contro l’abuso della biotecnologia quando lasciata nelle mani del profitto capitalista e dalle istituzioni repressive di controllo sociale.

Un altro tema importante di questi movimenti afrofuturisti è colmare il divario digitale, che attualmente permette un accesso limitato alle tecnologie informative, di comunicazione ed altri importanti avanzamenti tecnologici ad una parte significativa della popolazione, incluse donne, minoranze razziali ed etniche e persone socio economicamente svantaggiate. Le azioni spaziano dal Baltimore Algebra Project (vedere il libro di Gillen nei riferimenti), all’organizzazione dal basso di vari corsi formativi di programmazione per studenti in età scolare economicamente svantaggiati, sotto forma di hackerspace anarchici.

Il movimento Cibernetico:

Un’ulteriore grande radice storica dell’anarco-transumanesimo contemporaneo affonda nel movimento scientifico e culturale della Cibernetica, che si sviluppò inizialmente negli USA tra gli anni ‘50 e ‘60, partendo dai lavori di Norbert Wiener e successivamente fiorì nel Cile di Allende, nel Regno Unito, così come nell’Unione Sovietica durante gli anni ‘60 e ‘70 (vedere i libri di Triclot, Pickering, Gerovitch elencati sotto).

La cibernetica è spesso erroneamente accusata di essere un sottoprodotto del complesso militare-industriale della Guerra Fredda e di essere ideologicamente allineata con militarismo e capitalismo. Al contrario, mentre alcuni cibernetici erano coinvolti nelle ricerche finanziate dai militari, una grossa parte del movimento cibernetico era di fatto politicamente radicale ed accoglieva aspirazioni anarchiche e socialiste. Sarebbe troppo semplicistico ridurre la divisione ideologica all’interno della cibernetica ad una dicotomia John von Neumann contro Norbert Wiener, anche se certamente von Neumann abbraccio il complesso militare-industriale statunitense (al punto da essere stato preso da Kubrik come modello per il personaggio del Dottor Stranamore), mentre Wiener lo rifiutò ed espresse delle preoccupazioni etiche profonde riguardo a scienza e società, ed a potere e controllo (vedere il libro di Heims e gli scritti di Wiener elencati sotto). Riguardo ad altre figure autorevoli del movimento cibernetico, Walter Pitts era un anarchico fuggitivo senzatetto che imparò da autodidatta nelle librerie pubbliche il greco antico e la matematica e divenne uno dei fondatori delle moderne Scienze Cognitive ed il creatore (assieme a McCulloch) del primo modello computazionale del neurone (vedere l’articolo del Gefter’s Nautilus nei link sotto ed il libro di Duputy).

Stafford Beer, il maggior cibernetico britannico, creò il Progetto Cybersyn per il governo socialista democratico di Salvador Allende del Cile, come un sistema a rete neurale di progettazione organizzativa combinato con una sistema di comunicazioni Cybernet (un precursore di internet): Cybersyn fu visto come un modo per organizzare la produzione del paese pur mantenendo l’autonomia dei lavoratori, preferendo le tecnologie avanzate di calcolo e comunicazione alla creazione della tipica struttura socialista statale verticale della maggior parte dei governi socialisti del periodo (vedere i libri di Medina e Pickering nei collegamenti sotto ed il collegamento alle letture di Beer “Designing Freedom”). I nuovi movimenti cibernetici degli anni ‘70 incorporarono un collegamento più diretto alle scienze biologiche ed un legame più profondo con la filosofia, specialmente nei lavori di Humberto Maturana e Fancisco Varela sull’autopoiesi, e la teoria dei sistemi, che possono essere visti anche come le radici della biologia dei sistemi contemporanea (vedere libro di Johnston). Anche la controparte sovietica del movimento cibernetico era legata a forti tendenze democratizzanti e ad un ampio movimento sociale che chiedeva riforme radicali sia scientifiche che sociali (vedere il libro di Gerovitch).

La cibernetica ha avuto legami molto vicini alla teoria dell’anarchismo, specialmente nello sviluppo di modelli di auto-organizzazione adatti alla struttura organizzativa di una società anarchica (vedere ad esempio gli articoli di McEwan e Duda elencati sotto). Noi abbracciamo il lato radicale, futurista ed utopista del movimento cibernetico e la sua aspirazione storica nell’uso della tecnologia informatica avanzata per l’organizzazione della società, nel pieno rispetto dell’autonomia e della libertà di tutti i suoi agenti, così come abbracciamo il suo ruolo storico nell'abbattere le barriere che vi sono tra i campi accademici tradizionali e le discipline scientifiche.

Il libertarismo nell'anarco-transumanesimo

Le parole egalitarismo, equità, libertà, non-discriminazione e cooperazione vengono menzionate per tutto questo documento e sono i tratti distintivi di ciò che è fondamentalmente l’anarchismo. Riconosciamo che la scienza e la tecnologia non possono liberarci da tutte le forme di oppressione a meno che, come società, per raggiungere i nostri obiettivi, non decidiamo di cooperare tramite i metodi del consenso e della democrazia radicale.

È imperativo lavorare assieme per l’accesso equo globale* ad abitazioni, cure mediche, cibo, acqua, educazione e tecnologie che migliorino la qualità e la durata della vita, ed è importante farlo nel presente, perché nel futuro possa esistere una società anachicha “utopica”. Anarchismo significa autonomia ed autodeterminazione sia per gli individui che per le comunità.

Suprematismo, colonialismo, patriarchia/matriarchia-cis-etero ed imperialismo sono storicamente andati mano nella mano con la modernità e le innovazioni tecnologiche che ispirano il transumanesimo. Lontane dall’essere risolte o relitti del passato, queste dinamiche continuano a definire il ventunesimo secolo. I transumanisti anarchici considerano la lotta contro queste forme di oppressione una propria parte integrante ed essenziale.

Il pensiero dominante occidentale ha per lungo tempo denigrato, escluso ed attaccato chiunque differisse dalle sue norme, sia innatamente che per scelta. Quanto figlio bastardo dell’Illuminismo, l’anarchismo si ribella contro le forme di dominio intrecciate a questa tradizione, mentre ne abbraccia gli elementi liberatori. Anarco-transumanesimo significa lavorare per ottenere il futuro fantastico senza inventarsi, come fa il suo opposto, dei primitivi immaginari. Per dare un’idea, promuove la creazione e l’uso di tecnologie transumane, ma contemporaneamente sostiene un’idea profondamente radicata di volontarismo. A differenza dell’egemonia tecnologica dell’imperialismo occidentale, l’anarco-transumanesimo promuove lo sviluppo e l’uso della tecnologia ma senza richiederla forzatamente.

L’anarco-transumanesimo si oppone a tutti gli stati nazione, ma specialmente agli stati nazione coloniali come Canada, Israele e Stati Uniti, che debbono la loro esistenza al continuo genocidio strutturale.

● Le vessazioni moderne (es. Donne [ndt: Womyn in originale. Termine usato in alternativa a Woman per rimuovere la dipendenza linguistica da man- uomo, ma che non ha equivalente italiano] che vengono pagate meno degli uomini per lo stesso lavoro) – devono venire riconosciute ed eliminate affinché l’anarco-transumanesimo possa funzionare in ogni circostanza. [dovremmo aggiungere degli esempi dell’effetto della tecnologia sull’identità e sullo disfacimento del potere istituzionale – come in Cyborg Femminism / Donna Haraway]

● Le persone cyborg e le tecnologie da cui dipendono, dovrebbero essere libere da influenze esterne che non siano volontarie. Ciò significa che le tecnologie come arti protesici, organi, ecc, devono essere costruiti in modo da fornire all’utente il controllo completo del proprio corpo e delle sue estensioni.

● I miglioramenti tecnologici del corpo umano dovrebbero essere legati direttamente alla nozione di volontarismo e, per convenzione, le tecnologie che compiono tale scopo non dovrebbero mai essere costruite in modo tale da togliere agli utenti il diritto di autodeterminazione quando scelgono il proprio livello di utilizzo (sebbene “utilizzo” debba essere legato ad un voto di maggioranza / democrazia diretta per quelle potenti parti cibernetiche che potrebbero causare una minaccia per la comunità, come spiegato sotto) --- In aggiunta, le tecnologie per il miglioramento umano non dovrebbero essere mai progettate per togliere il potere di scelta di trattamento nel caso di persone fisicamente disabili o neuro-atipiche (Anti-Eugenetica/Anti-Abilismo). Comunque, le strutture di potere ed il loro uso devono venire considerate secondo modi democratici radicali (es. Parti cibernetiche letali, come pistole, ecc).

● La milizia Statunitense (Dipartimento della Difesa USA – DOD) sta spudoratamente cercando di trasformare i propri soldati in cyborg, usando esoscheletri alla terminator ed implementando feed video dal vivo sulle uniformi dei soldati – questo è semplicemente inaccettabile in un contesto anarco-transumanista, in quanto gli anarchisti sono fondamentalmente contrari alla guerra. Non c’è spazio per la guerra in una società anarchica.

Vedere: http://usacac.army.mil/CAC2/Militogether1ew/Archives/English/MilitaryReview_20150228_art017.pdf

Le Libere Comunità Transumane

In una comunità anarchica, nessun individuo o gruppo (eletto o non eletto) detiene potere. Al contrario, le decisioni vengono prese usando i principi della democrazia diretta e, quando necessario, la comunità può eleggere o indicare dei delegati che mettano in pratica queste decisioni. Vi è una chiara distinzione tra la definizione delle regole (che rimane fra tutti quelli che ne vengono coinvolti) e la coordinazione ed amministrazione di una regola adottata (che è lavoro per i delegati).

Queste comunità egalitarie, fondate sulla libera intesa, si associano ulteriormente tra loro in confederazioni. Queste confederazioni libere sarebbero gestite dal basso verso l’alto come per le decisioni prese in seguito alle assemblee elementari. Le confederazioni sarebbero gestite allo stesso modo dei collettivi. Ci dovranno essere regolarmente conferenze locali, regionali, “nazionali” ed internazionali nelle quali discutere di tutte le problematiche che coinvolgono i collettivi.

In aggiunta, dovranno venire dibattute e prese decisioni sulle fondamentali linee guida e principi della società, messe in pratica, revisionate e coordinate. I delegati dovranno semplicemente “portare i propri mandati ai relativi incontri e cercare di armonizzare le proprie necessità e desideri. Le delibere dovranno sempre essere soggette al controllo ed all’approvazione di coloro che li hanno delegati” così che “non ci sia il rischio che l’interesse della popolazione venga dimenticato.” [Malatesta, Op. Cit., p. 36] [ndt: sarebbe meglio recuperare il testo originale di Malatesta, invece di usare questa doppia traduzione]

Verranno formati comitati d’azione, se richiesto, per coordinare ed amministrare le decisioni delle assemblee e dei loro congressi, sotto lo stretto controllo dal basso di cui abbiamo scritto. I delegati di tali organismi avranno un mandato limitato e, come i delegati ai congressi che hanno un mandato fisso – non saranno in grado di prendere decisioni per conto della popolazione dalla quale sono stati delegati.

In aggiunta, come per i delegati alle conferenze ed ai congressi, dovranno essere soggetti al richiamo istantaneo dalle assemblee e congressi dai quali sono emersi inizialmente. In questo modo, qualsiasi comitato che debba coordinare delle attività congiunte sarebbe, per citare le parole di Malatesta, “sempre sotto il diretto controllo della popolazione” e così esprimerebbe le “decisioni prese nelle assemblee popolari” [Malatesta, L’uomo e il pensiero] [ndt: sarebbe meglio recuperare il testo originale di Malatesta, invece di usare questa doppia traduzione]

Più importante, le assemblee base delle comunità possono rovesciare qualsiasi decisione presa dalle conferenze e ritirarsi da qualsiasi confederazione. Qualsiasi compromesso preso da un delegato durante i negoziati deve tornare ad un’assemblea generale per la ratificazione.

Senza questa ratificazione, qualsiasi compromesso preso dal delegato non è vincolante per la comunità che aveva delegato un particolare individuo o comitato per quel compito specifico. In aggiunta, possono richiedere delle conferenze confederali per discutere nuovi sviluppi, per informare i comitati d’azione riguardo al cambio di volontà ed istruirli sul cosa fare riguardo a qualsiasi sviluppo o idea.

In altre parole, qualsiasi delegato richiesto all’interno di un’organizzazione o società anarchica, non è rappresentativo (come accade invece nei governi democratici).

A differenza del sistema rappresentativo, il potere non è delegato nelle mani di pochi. Ogni delegato è, anzi, semplicemente un portavoce per l’associazione che inizialmente l’ha eletto (o altrimenti selezionato). Tutti i delegati ed i comitati d’azione saranno sotto mandato e soggetti a ritiro istantaneo per assicurarsi che esprimano le volontà delle assemblee dalle quali sono partiti e non le proprie. In questo modo, il governo viene sostituito dall’anarchia, una rete di associazioni e comunità libere che cooperano alla pari sulla base di un sistema di deleghe a mandato, richiami istantanei, accordi liberi e federazione libera dal basso verso l’alto.

Queste strutture di anarco-sindacalismo non sono solo un’impalcatura di valori per il futuro, ma sono le basi per l’azione presente. Le organizzazioni simil-sindacali possono formarsi e si sono formate all’interno dell’attuale società statista e capitalista, prendendo la forma di cooperative no-profit operanti all’interno dell’attuale mercato. Laddove noi chiediamo la completa dissoluzione di sistemi oppressivi come il mercato capitalista e lo stato, le cooperative no-profit fatte di associazioni di lavori autogestiti offrono un mezzo organizzativo alternativo, attuabile e meno collaborativo con tali indesiderabili sistemi.

Analisi Anti-Oppressioni e Comitati di Identità

Per metter in pratica l’anarchismo come sopra descritto, dobbiamo analizzare i nostri attuali privilegi e renderci consapevoli che la storia delle politiche rivoluzionarie anarchiche è stata influenzata da privilegi strutturali gerarchici. Questi privilegi strutturali gerarchici devono venire costantemente affrontati abbattendo le barriere, cioè interrompendo l’azione per pianificare l’esplosione in comitati.

Se vogliamo che si instauri un’organizzazione orizzontale non-gerarchica nel mondo reale ed online abbiamo bisogno di pensare seriamente alla necessità che i comitati facciano parte del processo di attivismo online di anarchismo transumanista ed anarchismo postumanista.

I comitati sono un posto sicuro dove le persone che s’identificano come non-maschio-bianco, ad esempio, possano discutere di problemi di potere, all’interno di un gruppo che lotta per una democrazia diretta orizzontale od il voto tramite consenso come lo si vede in molte correnti anarchiche.

I comitati escono dal gruppo e discutono di argomenti che possono causare conflitti di potere all’interno di gruppi più grandi. I comitati quindi fanno rapporto al gruppo più grande e presentano qualsiasi problema che possano aver avuto. Esempi della necessità di comitati nell’organizzazione orizzontale, cooperazione ed azione possono essere, senza necessariamente limitarsi a: sessismo, razzismo, omofobia, specismo, stato socioeconomico, età, disabilità, ecc. Per evitare il predominio di altri; che siano membri del tal gruppo che ne pianificano il dominio, la coordinazione e l’azione devono sempre essere controllati dai comitati per assicurarsi che l’azione politica sia correttamente orchestrata senza discriminazioni.

I comitati possono sovrapporsi, quindi una persona di colore che si identifica come LGBTQI e vuole partecipare ad entrambi i comitati dovrebbe avere il diritto di farlo. Questo può significare che i comitati dovranno scegliere i tempi corretti per poter andare incontro ai bisogni di tutti.

Sulla Proprietà Privata

La proprietà privata è una delle tre cose alle quali tutti gli anarchisti si oppongono, assieme all’autorità gerarchica ed allo stato. Oggi, il sistema di proprietà privata dominante è capitalista e, in quanto tale, gli anarchisti tendono a concentrarsi su questo sistema ed il suo regime di diritti di proprietà. Per questo motivo ne faremo delle riflessioni qua, ma ciò non significa che gli anarchisti considerino altre forme di regimi di proprietà privata (come ad esempio il feudalesimo), accettabili. Non è questo il caso – gli anarchisti sono contrari a qualsiasi regime di proprietà privata nella quale i molti debbano lavorare per i pochi.

L’opposizione degli anarchisti verso la proprietà privata si poggia su due argomenti collegati. Questi sono riassunti dalle massime di Proudhon (da Cos’è la proprietà?), cioè: “la proprietà è furto” e “la proprietà è dispotismo” Nelle sue parole, “La proprietà . . . viola l’equità per il diritto di esclusione e crescita, e la libertà per il dispotismo . . . e s’identifica perfettamente con il furto.” [Proudhon, Cos’è la proprietà] Gli anarchisti, quindi, si oppongono alla proprietà privata (es. Capitalismo) perché è sia una fonte di autorità gerarchica e coercitiva che uno sfruttamento e, di conseguenza, privilegio di élite ed iniqua. È basata sull'iniquità e la produce, sia in termini di ricchezza che di potere.
Riassumeremo ogni argomento successivamente.

L’affermazione “la proprietà è un furto” è uno dei detti più famosi dell’anarchismo. Infatti, non sarebbe esagerato affermare che chiunque rifiuti questo concetto non è un anarchista.

Questa massima funziona in due modi collegati. Primo, riconosce il fatto che la Terra e le sue risorse, la comune eredità, sono state monopolizzate da pochi. Questo perché coloro che non hanno possedimenti, per poter avere accesso alle risorse necessarie per vivere e lavorare (come luoghi di lavoro, macchinari, terra, crediti, abitazioni, prodotti brevettati, e via dicendo.

Economia” Post-Lavoro e Abbondanza (Post-Scarsità)

Le tecnologie di post-scarsità ed automazione possono includere: stampanti 3D, nanotecnologia, IA incoscienti (algoritmi computazionali), produzione automatizzata, riciclo delle risorse.

● Le classi abbienti non possiederanno i Mezzi di Produzione o le tecnologie per il miglioramento della mente e del corpo. Ci saranno proteste massicce, rivoluzioni, e/o estese disobbedienze civili se l’1% tenterà di aggiornare o potenziare se stesso senza il consenso dell’umanità.

● Una definizione anarchica di potenziamento umano non è ancora stata concordata – pertanto il transumanesimo ed il postumanesimo sono le migliori definizioni che abbiamo per ciò che concepiamo come potenziamento mente/corpo.

● In una società egalitaria organizzata dal basso tutta la tecnologia di automazione dovrà essere controllata da cervelli/menti sindacalizzate in un contesto federativo anarchico. I mezzi di produzione, anche se principalmente consistenti in robot e algoritmi computazionali, verranno utilizzati dalla comunità in modo collettivo.

Sarà la passione a spingere le menti coscienti ad impegnarsi in attività che erano precedentemente considerate “lavoro”. Mentre le IA incoscienti rimpiazzeranno la maggior parte delle forme di “lavoro”.

Il Manifesto Dell'Anarco-Transumanesimo

La Dichiarazione di Cambridge sulla Coscienza afferma che: “L’assenza di una neocorteccia non sembra precludere ad un organismo l’esperienza di stati affettivi. Prove convergenti indicano che animali non-umani possiedono i substrati neuroanatomici, neurochimici e neurofisiologici degli stati consci assieme alla capacità di esibire comportamenti intenzionali.

Conseguentemente, il peso delle prove indica che gli umani non sono unici nel possedere i substrati che generano la coscienza. Gli animali non-umani, inclusi tutti i mammiferi e gli uccelli, e molte altre creature, compresi i polpi, anch’essi possiedono tali substrati neurologici.” Pertanto dobbiamo trattare animali, persone e IA Forti con eguale rispetto.
http://fcmconference.org/img/CambridgeDeclarationOnConsciousness.pdf
https://tichy.github.io/la-dichiarazione-di-cambridge-sulla-coscienza.html (Trad. Italiana)
http://www.anarchy.no/anrights.html

● Libero accesso alle informazioni (internet libero e aperto per tutte le intelligenze coscienti)

● Nessuno sfruttamento del lavoro per i coscienti

● Maggior ricerca su carni coltivate/senza vittime e la chiusura di tutti gli allevamenti.

● Nessun test crudele/superfluo su animali nei laboratori; di fatto, molti anarchisti sono contrari ai test su animali in toto.

● Nessuna sofferenza sui coscienti a causa dell’imposizione di ideali.

● Se o quando le IA potranno sperimentare la consapevolezza non dovrà esserci alcuna IA cosciente che lavori come schiavo – nel momento in cui scriviamo, lo sfruttamento del lavoro è una realtà per molte persone del mondo.

● Ricerca responsabile su cervello/mente e IA.

● Azioni dirette e disobbedienze civili per chiedere una equa transizione verso un mondo transumano/postumano nel qui ed ora fintanto che il neoliberalismo è globalizzato.

Dai Diritti Animali al Postumanesimo: Storicamente, gli animali sono stati sfruttati massicciamente per lavoro, come bestie da soma e da monta, nella caccia e nella pastorizia, come animali da assistenza, o per la produzione di latte e uova. Gli animali vengono attualmente macellati in grandi quantità per il cibo, ad una velocità di 56 miliardi all’anno (il numero di animali marini uccisi è più difficile da valutare, ma alcuni stimano che si aggiri intorno al 90 milioni l’anno). Almeno 100 milioni di animali vengono usati per test nei laboratori di tutto il mondo. Infliggere dolore, sofferenza e morte a degli esseri senzienti che non possono esprimere il proprio consenso volontario è un problema etico enorme.

Il tema dei diritti animali è stato analizzato in profondità dai filosofi, partendo dai primi movimenti anti-vivisezionisti. Nella sola Inghilterra, il numero di esperimenti su animali crebbe dai 250 del 1881 ai 95.000 del 1910. Scienziati di spicco come Charles Darwin si espressero eloquentemente contro qualsiasi forma di vivisezione, citando il continuum evolutivo che collega l’animale all’umano come ragione morale contro la dolorosa sperimentazione animale.

Era il periodo in cui H.G.Well scrisse il romanzo “L’isola del Dr.Moreau”, che attaccava direttamente al cuore l’uso degli animali nella ricerca medica e biologica, identificandola chiaramente come il più profondo problema etico della scienza moderna. Il continuum animale-umano è il tema fondamentale del romanzo di Wells, un tema che oggigiorno prospera nella filosofia del postumanesimo, la quale identifica il romanzo di Wells come suo naturale precursore (vedere la discussione nel libro Posthumanism di Nayar). Nel romanzo di Wells vengono utilizzate delle dolorose procedure chirurgiche per creare degli ibridi umani-animali. Al giorno d’oggi vengono prodotte delle chimere ibride unendo il materiale genetico di specie diverse: un’operazione che porta ancora con se delle serie implicazioni etiche, specialmente in previsione di usi come gli xenotrapianti, che richiedono lo sfruttamento di animali non umani come banche di organi da cui mietere organi umani geneticamente impiantati ad uso trapianti.

Consideriamo estremamente problematico, in senso etico, l’uso di animali nella ricerca scientifica e lottiamo per una sua futura riduzione ed eliminazione grazie a tecnologie migliori. Consideriamo completamente inaccettabile qualsiasi odierno uso di dolorosi test su animali per scopi frivoli come il profitto o l’industria cosmetica e ne chiediamo l’immediata cessazione. Consideriamo anche completamente inaccettabile l’uccisione di animali per farne cibo: approviamo il vegetarianismo ed il veganismo e vediamo positivamente anche lo sviluppo di tecniche di produzione di carne in vitro, che non implichino l’uccisione o la sofferenza di esseri senzienti.

La famiglia moderna e l'abbattimento della barriera tra specie: Noi promuoviamo come obiettivo del Postumanesimo e del Transumanesimo l’abbattimento della barriera tra specie. Noi immaginiamo nuove forme di vita e nuove forme di corporeità che mutino liberamente tra le specie e attraverso le barriere biologico/meccaniche. Noi sosteniamo il diritto degli individui, umani e non-umani, di associarsi liberamente in famiglie, con uguale status ed uguali diritti per tutti i membri, indipendentemente dalla specie o dalla propria natura biologica/meccanica. Noi sosteniamo fortemente un consenso chiaro e razionale in tutte le interazioni tra animali, umani e postumani, che elimini tutte le relazioni in cui gli animali siano schiavi, attori sportivi, cibo od oggetti sessuali.

Tradizionalmente, le religioni hanno obbligato l’associazione di individui in famiglie al solo scopo riproduttivo, imponendo una costrittiva e spesso violenta forma di patriarcato mirata a togliere alle donne qualsiasi controllo sulle proprie funzioni riproduttive.

La lunga lotta per il diritto delle donne di gestire e controllare i propri corpi e per l’istituzione di altre forme di associazione tra individui nelle famiglie, completamente scollegate dalla riproduzione, ha indebolito la visione religiosa e patriarcale di famiglia. Questa trasformazione ha fatto saltare le mura scure e soffocanti della famiglia tradizionale ed ha aperto ai vasti spazi luminosi disponibili alla libera associazione di individui basata sulla promessa di mutuo aiuto e genuino amore, legami formati al di là delle rigide barriere di genere, forma sessale ed aspettative di riproduzione. Noi accogliamo l’inevitabile continuazione di questo processo di trasformazione, che porta a sempre più numerose associazioni affettive, inclusive, completamente transgender, trans-specie e transumane.

Anarchismo, Empatia e Razionalità

L’anarchismo è, nel cuore, una filosofia etica. Una qualsiasi indagine sulle motivazioni etiche delle persone, rivelerà una profonda divisione tra ciò a cui potremmo riferirci come punizione rispetto a comprensione. Ci sono persone che non ferirebbero gli altri per paura di una punizione, che sia in forma giudiziaria e poliziesca, o di un immaginario poliziotto soprannaturale ed un’eterna prigionia infernale nell’aldilà. Le fantasie religiose sono largamente prodotte per essere consumate da persone che hanno bisogno di una costante minaccia di punizione per poter agire come membri responsabili della società. Le religioni danno per scontato e diffondono attivamente l’idea che tutte le persone siano conformi a questo modello. Tuttavia, ci sono molti altri che non ferirebbero nessuno, indipendentemente dalla minaccia di punizione, semplicemente per la propria capacità di mettersi nei panni degli altri e comprendere le conseguente delle proprie azioni dal punto di vista dell’altro. Questa capacità viene generalmente chiamata empatia. C’è la tendenza ad identificare l’empatia solamente come risposta emotiva e per tanto, da quella tradizione filosofica che per secoli ha giovato dell’artificiosa dicotomia tra razionalità ed emotività, venire considerata sospetta ed inaffidabile. In ogni caso, questa percezione di empatia è limitata e fuorviante.

La capacità di un’immediata risposta emotiva empatica esiste nella maggior parte degli esseri umani, ma quando è limitata a questa forma, l’empatia tende a venire stimolata solo da “ciò che è più simile a noi”, escludendo chiunque e qualsiasi cosa sia percepita come “diversa”. (Vedere l’analisi dettagliata nel libro di Berrenby, indicato sotto, su come nella mente umana giochino queste divisioni esclusive noi/loro). Ad un livello più profondo, l’empatia è più di una semplice risposta emotiva: ha la capacità di produrre un esperimento mentale mirato a vedere il mondo da una prospettiva diversa dalla propria.

In quanto tale, l'empatia non coinvolge solo l’intelligenza emotiva, ma una buona parte di razionalità e richiede un’attenta e meticolosa educazione. Per poter essere capaci di vedere il mondo dalla prospettiva di un altro agente (che sia umano o altro) è necessario raccogliere sufficienti informazioni su di esso. Ciò è vero specialmente quando si tratta di estendere l’empatia ad esseri (umani o altro) che sono “abbastanza diversi da noi”. Per poter essere in grado di percepire con la nostra capacità emotiva ciò che loro possono percepire, dobbiamo prima sapere il più possibile di ciò che “loro” sono, attraverso la ricerca scientifica e l’osservazione. L'empatia non è necessariamente un sottoprodotto del pensiero intelligente: ci sono animali, come i polpi, che si piazzano molto in alto sulla scala intellettiva, ma sono animali estremamente solitari, il che impedisce loro di sviluppare qualsiasi forma di empatia anche nei confronti del prossimo, col risultato che i rari incontri tra polpi, anche quelli che portano alla riproduzione, spesso finiscono con la morte o il cannibalismo.

D’altra parte, gli esperimenti comportamentali hanno mostrato che tra i mammiferi è diffuso un certo grado di empatia, anche tra quelli che non si piazzano molto in alto in termini d’intelligenza. L’intelligenza è principalmente usata per acquisire e manipolare informazioni. Mentre gli octopodi, con la loro vita solitaria, hanno poche fonti e poche occasioni d’uso per le informazioni sugli altri agenti, ad eccezione dello sviluppo di tecniche predatorie, gli animali più sociali possono usare l’intelligenza verso gli altri agenti per favorire la cooperazione. I mammiferi si adoperano estensivamente nell'allevamento dei piccoli e sono spesso degli animali sociali che per sopravvivere si affidano all’efficiente funzionamento delle dinamiche di gruppo ed alla cooperazione.

L’origine evolutiva dell’empatia può essere compresa in questi termini. Nella società umana, gli individui con più alta capacità di empatia sono proprio quelli che non hanno bisogno di polizia, prigioni e religioni per poter agire in modo non-aggressivo, cooperativo, ed avere relazioni utili con gli altri membri della stessa società, così come con altri agenti con cui vengono in contatto (siano umani o altro), anche se non fanno immediatamente parte dello stesso circolo di eguali. L’empatia viene attualmente studiata estesamente da una prospettiva neuroscientifica (vedere ad esempio i due volumi redatti rispettivamente da Decety ed Ickes e da Decety e Wheatley). L’efficace funzionamento di una società anarchica dipende in modo cruciale dall’empatia, nella forma estensiva sopra discussa.

Essendo anarchisti e transumanisti, noi spingiamo per dei più estesi studi sull’empatia negli umani e negli animali non umani e promuoviamo uno sviluppo futuro di tecnologie e metodi per potenziare le capacità empatiche degli individui, accompagnandole con sforzi educativi mirati ad aumentare la conoscenza e la comprensione di tutti gli agenti umani e non umani, allo scopo di massimizzare il raggiungimento un coinvolgimento empatico. Alcune delle recenti proposte di sviluppo di nuove forme di etiche interspecifiche sono basate sull’empatia come idea fondante (vedere i libri di Willett e Gruen, ed i primi lavori di Haraway).

Il lavoro ed il problema difficile della coscienza

Durante il corso dello sviluppo delle società tecnologiche, il lavoro umano viene progressivamente sostituito da vari strumenti e macchine sempre più complessi, dall'aratro al computer. L’automazione dei lavori ripetitivi, umili e insalubri, ha aiutato progressivamente l’umanità a liberarsi dalle mansioni pericolose, sfruttate ed alienanti, permettendole di esercitare forme di produttività più creative e significative. Questo processo è stato contrastato dalla logica sfruttatrice del profitto capitalista, che ha mantenuto ed aumentato lo sfruttamento, spesso spostando i lavori pesanti più pericolosi ed insalubri verso i paesi in via di sviluppo, dove innumerevoli moltitudini sono obbligate a condizioni di quasi-schiavitù (e, spesso, reale schiavitù), per permettere al capitale di continuare a sfruttare ogni piccola riserva rimanente di lavoro umano sottopagato.

Ora, col recente rapido sviluppo di forme limitate di IA, ora la sostituzione del lavoro umano con macchine ha iniziato ad interessare quelle occupazioni che non sono semplicemente manuali, ma che appartengono al settore dei servizi. Lavori tradizionalmente legati alla mobilità verso l’alto nelle classi medie. Quest’automazione, eseguita nel paradigma dell’economia capitalista, costituisce quindi una seria minaccia di “disoccupazione tecnologica” e di perdita di mobilità sociale per una parte sostanziale della popolazione. Tuttavia, all’interno di una struttura societaria anarchica post-scarsità, o anche solo in presenza di forti ammortizzatori sociali e forme di reddito di base, l’automazione delle diverse forme di lavoro umano non causerebbe necessariamente una catastrofica perdita di reddito per la popolazione umana e potrebbe essere vista positivamente, similmente all’automazione del lavoro manuale, come una liberazione di buona parte dell’umanità da forme di lavoro alienanti che permetterebbe di dedicarsi alla coltivazione dell’apprendimento e della conoscenza ed a sviluppare ed incoraggiare la creatività.

Tuttavia l’uso di macchine in sostituzione al lavoro umano, in un era di rapido sviluppo di nuove forme di intelligenza artificiale, è foriero di difficoltà etiche. Anche se attualmente non insorge alcun problema etico quando usiamo gli attuali aspirapolvere robot o qualsiasi simile livello di tecnologia d’automazione, nella filosofia anarchica lo sfruttamento del lavoro di un altro essere senziente è completamente inaccettabile, che sia egli umano, animale non-umano, o macchina.

La parola “robot” deriva dal testo teatrale del 1920 R.U.R., I Robot Universali di Rossum, di Čapek, ed è modellata sulla parola usata nelle lingue slave per “lavoratore”. Nella recita, dei lavoratori meccanici vengono costruiti da una ditta per essere impiegati come schiavi nelle catene di montaggio. Queste persone meccaniche sono senzienti, coscienti e capaci di sentire dolore e, dopo del tempo, inevitabilmente, si ribellano contro i propri padroni sfruttatori. La loro vittoriosa rivoluzione spazza via il genere umano e successivamente i robot evolvono in una nuova razza di esseri forniti di tutta la gamma umana di emozioni e sensazioni. Il tema del robot ribelle, è da allora diventato pervasivo nella narrativa speculativa, ma il lavoro originale di Čapek ancora riesce ad emergere per via delle implicazioni politiche e per aver toccato chiaramente il problema della consapevolezza delle macchine nel determinare l’illegittimità del proprio ruolo di forza lavoro sfruttata.

Così, l’etica del rimpiazzare il lavoro umano col lavoro meccanico è molto legata al problema della coscienza. Quando decidiamo che lo sfruttamento del lavoro di una macchina non è più eticamente accettabile?

Il “problema difficile della coscienza” è ritenuto un problema filosofico fondamentale sulla mente umana. Le sue implicazioni spaziano ben oltre le questioni centrali del giustificare la nostra esperienza dei qualia, e si estendono alle dimensioni etiche, specialmente quando si arriva a comparare le idee sull concetto di coscienza nell’umano, nell’animale e nella macchina, ed all’interno dell’esperienza umana stessa, ad esempio nell’identificare gli stati di coscienza negli esseri umani con gravi disabilità. Nonostante la sua importanza, per un lungo periodo di tempo, la questione della coscienza non è riuscita ad impegnare gli neuroscienziati (vedere la discussione nel libro di Koch). Nei primi anni ‘90 è stata sviluppata una proposta generale per un approccio neuroscientifico al problema della coscienza (vedere Crick e Koch).

Recentemente sono emerse alcune interessanti proposte, basate sull’uso della teoria dell’informazione, per una nozione quantificabile di coscienza. Un approccio ai livelli di coscienza può essere trovato in Edelman e Tononi, a cui spesso ci si riferisce come “ipotesi del nucleo dinamico” e “teoria dell’integrazione dell’informazione”. Ciò che rende la proposta impressionante, è che smette di presentare la coscienza come una caratteristica o-tutto-o-nulla, com’era stata tradizionalmente creduta e conseguentemente attribuita solo agli (alcuni) esseri umani. In questa proposta vengono descritti diversi gradi di coscienza che possono essere attribuiti a qualsiasi rete d'informazione, le quali possono essere i neuroni dei cervelli umani ed animali, od i circuiti logici di una macchina. Questi gradi di coscienza sono quantificati precisamente da una funzione (la funzione Phi), che essenzialmente misura il livello di interconnessione tra tutti i sottosistemi di un dato sistema. Più precisamente, Phi può essere espressa come una somma, su tutti i sottosistemi, della quantità di informazione (nel senso dato da Shannon) trasportata dal sottosistema.

È possibile sollevare delle ovvie obiezioni a questa proposta: ad esempio, è ovvio che, da un punto di vista della teoria matematica computazionale, la funzione Phi non è effettivamente computabile, anche per sistemi molto più semplici delle connessioni neurali. Infatti, la funzione dipende dalla valutazione di una misura d’informazione sull’insieme di tutti i sottoinsiemi di un dato sistema, che cresce esponenzialmente in dimensioni. Un’altra semplice obiezione è nella possibilità di creare dei modelli matematici “giocattolo” che mostrino un’elevata complessità quando misurati dalla funzione Phi, ma alcun segno di “consapevolezza” nel modo in cui normalmente la intendiamo. Tuttavia, rimpiazzare con un livello misurabile di coscienza l’idea tradizionale di coscienza come qualcosa che sia interamente posseduta oppure no, è un passo estremamente utile nel ragionamento sul problema dell’intelligenza nelle macchine.

Un approccio diverso, sempre mirato ad una visione di coscienza-per-gradi, applicato specificamente ai test di consapevolezza su macchine, è il test ConsScale. Si basa sullo stabilire una scala con diversi livelli di “consapevolezza per gradi” sulla quale poter confrontare un agente. Diversamente dalla funzione Phi di Edelman e Tononi, questo test non si basa su una misura teoretica di informazioni astratte ed ha il vantaggio di essere facilmente misurabile, tuttavia ha lo svantaggio che i livelli indicati nel test ConsScale sono decisi a piori sulla base di un punto di vista antropocentrico che potrebbe mal rappresentare forme di intelligenza diverse dalle nostre. Il problema è ulteriormente complicato dal fatto che dei banali artifici deterministici possono produrre l’impressione del libero arbitrio anche in semplici meccanismi.

La meravigliosa serie di esperimenti mentali dei “Veicoli” di Braitenberg è diventata un’illustrazione classica di questo fenomeno nella letteratura sulla IA. Essa può rendere più difficili da interpretare i risultati di testi come il ConsScale che sono basati sull’osservazione comportamentale. D’altra parte, come indicano le neuroscienze (vedere nei riferimenti il libro di Tse), nel cervello umano esiste un substrato neuronale per il libero arbitrio; ciò può darci un diverso approccio nell’investigare possibili architetture di consapevolezza nei cervelli e nelle macchine, inoltre, una combinazione di diversi tipi di test e misurazioni d'informazione, forse può aiutarci a capire quando degli agenti possiedono una gamma di gradi crescenti di coscienza.

 Nonostante queste difficoltà, considerare la coscienza come uno spettro continuo piuttosto che una proprietà vero/falso che un agente ha oppure no, è certamente più interessante ed è coerente con ciò che anche la ricerca sugli animali ha indicato riguardo alla cognizione ed alla mente animale. Tuttavia, ciò complica ulteriormente il problema della decisione su dove tracciare la linea tra comportamento etico e non etico riguardo al lavoro delle macchine. Se la coscienza è un continuo, allora qualsiasi scelta sul punto specifico in cui tracciare la divisione etico/non-etico su di esso, diventa arbitraria ed ingiustificabile. Lo stesso problema emerge rispettivamente a qualsiasi tentativo di giustificare il (mal)trattamento di animali in base al rispettivo livello di coscienza, o mancanza di tale.

 Un possibile miglior approccio è di decidere il comportamento etico nei confronti di una classe di agenti (siano umani, animali non-umani, o macchine) non sulla base del loro qualificarsi come “agenti etici”, capaci di azioni etiche, ma sulla possibilità di qualificarsi come “soggetti etici”, capaci di essere il soggetto di azioni etiche da parte di altri agenti. Quest’approccio è stato recentemente proposto in “The machine question” di Gunkel (vedere nei riferimenti), ed ha il vantaggio di poter essere applicato in presenza di un continuum di gradi di coscienza in soggetti etici.

 Il tema della coscienza nelle macchine sarà continuamente sollevato da attivisti anarchici, comunità e filosofi, dato che non vediamo alcuna giustificazione per la quale un essere cosciente, che sia biologico, o di qualche altra forma, ad esempio meccanica, debba essere sfruttato per il proprio lavoro. Man mano che le natura delle macchine diventa più sofisticata, dovremmo avere una teoria comprensiva della coscienza ed un test di coscienza che ci assicuri che non vengano sentiti  consciamente dei qualia di dolore, o qualsiasi sensazione di quel genere, dalle macchine che sostituiranno il lavoro umano.

Il processo decisionale collettivo di menti informate potrebbe, in teoria, votare su idee e concetti che riducano la probabilità di un rischio esistenziale. Questo Manifesto, emergente dall’evoluzione dell’Anarco-Sindacalismo e del Socialismo Libertario, presuppone una federazione di menti dal basso verso l’altro, non viceversa.


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