Il Principato dei Presìdi Marazzini è una autoproclamata micronazione situata nella valle dell'alto Bormida, al confine tra Piemonte e Liguria. Il Principato dei Presìdi Marazzini nasce il 25 aprile 2016 dalla definitiva unione in una unica nazione feudalmente strutturata di tutti i Presìdi, Territori, Feudi, Possedimenti, Signorie della famiglia sovrana dei Marazzo del Vasto di Rocchetta con una fondazione formale e ufficiale, ma la sua storia è molto più antica, realizzando la fusione in un'unica entità di diverse micronazioni preesistenti che erano già governate congiuntamente in unione personale di sovrani o governo.

La storia delle micronazioni marazzine inizia nel lontano 1996: in quell'anno costituita da Lo Stato della Casa, il Marchesato di El Casci, Nonnalandia e il Regno di Rocchetta. La vita di queste micronazioni è turbolenta, con frequenti cambi di linea politica, di forma istituzionale e di capo di stato. Hanno sempre vissuto una lotta tra le idee della loro singola autonomia e della loro unificazione.

All'inizio degli anni 2000 si tentò una prima forma di unificazione monarchica con la nascita dell'Impero e sotto la guida di Massimo Marazzo, che contemporaneamente ricoprì le cariche di Presidente del Consiglio del Regno della Casa (ex Stato della Casa), Marchese di El Casci, Pretendente al trono di Nonnalandia, Doge (poi re) di Residenza Genovese... Tuttavia i tempi non erano maturi e l'approccio centralizzato, unitario e uniforme dell'impero si rivela fallimentare.

Nacque così un conflitto nell'attribuzione dei poteri, la cui fine viene ratificata il 21 giugno 2003 con il trattato denominato "Protocolli Gonzaghiani" con il quale si ricostituisce un equilibrio tra le varie micronazioni, ridistribuendo le varie sovranità ma lasciando completamente i vari territori disconnessi. Viene anche istituito un Consiglio Territoriale permanente, ma difficilmente verrà utilizzato.

Non si dimenticó la strada dell'unificazione e in quegli anni si tentò la creazione di una struttura confederale, lasciando molte prerogative autonome agli Stati membri: nacque la "Federazione delle Terre del Gallo", che prese il nome dall'emblema distinto dallo stemma dei vari monarchi. Questa federazione, anche se mai formalmente abolita, non sarebbe poi mai entrata in vigore. Una nuova riorganizzazione dell'equilibrio tra le micronazioni maraziane avvenne il 2 gennaio 2009 con il trattato denominato "Protocolli Basiliani" con il quale non solo venne riscritto in modo più equo l'equilibrio tra le micronazioni ma fu il tentativo di armonizzare la normativa il primo passo per un'efficace unificazione. Venne istituito un Consul dei Presìdia e per la prima volta venne utilizzato il nome "presìdi" per parlare dei territori micronazionali. Da quel momento i partiti politici delle varie micronazioni marazzine hanno avviato un approccio orientato a creare vere e proprie famiglie di partito transnazionali, in primis sarà il dispiegamento delle varie Forze Popolari da sempre più o meno leader in tutte.

Nel corso dell'anno 2015 iniziò a farsi strada l'idea di un'unificazione feudale sul modello dei "fueros" spagnoli. Le singole micronazioni erano stanche e poco stabili nella loro attività e questo clima generale favorì la pianificazione dell'unificazione. Agli inizi del 2016 iniziarono i lavori per la fondazione del Principato, venne disegnata una nuova araldica che sviluppa un'idea più legittimista nel riconoscimento dei titoli sovrani: i titoli di Re e Imperatore vennero rifiutati perché non aderivano alla reale consistenza dei Presìdi riconoscendo come titolo corretto quello di Signore dei Presìdi che può essere nobilitato in "Principe" secondo l'uso più antico. Da questo titolo deriva tutta la nobiltà del Principato.

Il 25 aprile 2016, con cerimonia sobria ma solenne, avvenne l'intronizzazione del SAS Massimo I a Signore e Principe di tutti i Presìdi Marazzini. Lo stesso giorno, il nuovo Principe concesse gentilmente gli Statuti Generali del Principato con i quali stabilì la forma del nuovo Stato e riconfermò le peculiarità di ogni singolo presidio. Grazie agli Statuti Generali ci sarebbero state le prime elezioni del Consiglio Generale vinte dallo schieramento dei Popolari (un chiaro allineamento filomonarchico e unitario). Nelle settimane successive la popolazione del Principato passò da "6" a "10" membri e iniziarono i lavori sull'allargamento del Principato ad alcuni Presìdi di area genovese. Nell'agosto successivo una grave crisi colpì il principato e anche l'istituto del monarca, la popolazione ricadde nuovamente assumendo un cambiamento radicale degli Statuti Generali per quanto concerne la composizione del Consiglio Generale e la struttura del governo. Viste le richieste in tal senso e il quadro politico ormai semplificato, nuove elezioni per il Consiglio Generale vennero indette per la metà di agosto dello stesso anno.

Governo e Politica

Il Principato è una monarchia tradizionale e neofeudale.

Il governo si basa sul possesso diretto o indiretto dei vari presidi, a seconda del tipo di possesso e di gestione pratica ogni presidio gode di un autogoverno più o meno ampio e di una sottomissione più o meno stretta al governo centrale, non ci sono normativa unitaria ed universale su questa suddivisione e questa stessa varia secondo il momento storico secondo il principio di sussidiarietà e di autonomia propria dei rapporti feudali (sul modello dei fueros spagnoli ).

Alcuni Presìdi vengono poi ulteriormente assoggettati, cedendo il governo e il controllo di quel territorio a signori locali, spesso non cittadini del Principato, contemporaneamente possono essere amministrati dal governo del Principato altri Presìdi che non sono di proprietà dei sovrani e quindi partecipa solo parzialmente al principato.

L'autorità massima è il Principe, che può essere talvolta assistito nel governo da altri membri della famiglia in modo più o meno intenso e stabile, fino all'ipotesi della diarchia.

Nel Principato il potere legislativo è proprio del principe, coadiuvato dal Consiglio Generale.

Il potere esecutivo spetta al Principe, coadiuvato dai Segretari di Stato.

Il potere giudiziario è proprio del Principe, assistito dai tribunali giudiziari.

Economia

La moneta del Principato è la Lira divisa, secondo la tradizione carolingia, in 20 soldi (un soldo idealmente è diviso in 12 denarima non ci sono emissioni di questo valore). Il tasso di cambio con la moneta europea, pressoché costante, è 1 soldo = 5 cent. di euro. Dalla nascita del Principato sono state stampate banconote da 5, 10 e 20 lire con la prospettiva di una più ampia coniazione comprendente sia monete di minor valore sia una nuova serie di banconote graficamente più elaborate comprendenti i suddetti tagli ed altri. Nel periodo 2017-2018, visti i ritardi tecnici nella preparazione della nuova monetazione, sono state introdotte due banconote minori da 5 e 20 soldi. Nell'economia del Principato la moneta europea è tollerata e accettata ma vista con malocchio.