Il bioregionalismo è un approccio etico, politico, ideologico, legato al territorio in cui si vive, considerato come un insieme omogeneo dal punto di vista morfologico e da quello degli esseri viventi.

Rappresenta in un certo senso "l'intersezione" tra diverse anime culturali del movimento ambientalista: quelle tradizionaliste, (in senso eminentemente folclorico-ambientalista) e quelle localiste. Lo studio delle bioregioni utilizza largamente la Teoria degli Insiemi elaborata da Georg Cantor.

Si tratta quindi di considerare un territorio geografico omogeneo in cui dovrebbero essere predominanti le regole dettate dalla natura e non le leggi che l'uomo avrebbe definito.

Il Governo della Natura

"Il governo della natura", così Kirckpatrick Sale ha definito il più profondo significato di bioregionalismo.

È una filosofia che suggerisce che i sistemi politici, culturali ed economici sono più sostenibili solo se sono organizzati attorno ad aree naturalmente definite chiamate bioregioni, simili alle ecoregioni.

Le bioregioni sono definite attraverso caratteristiche fisiche e ambientali, inclusi i confini dei bacini idrografici e le caratteristiche del suolo e del terreno. Il bioregionalismo sottolinea che la determinazione di una bioregione è anche un fenomeno culturale e sottolinea le popolazioni locali, le conoscenze e le soluzioni.

Il bioregionalismo afferma "che le componenti ambientali di una bioregione (geografia, clima, vita vegetale, vita animale, ecc.) influiscono direttamente sui modi in cui le comunità umane possono agire e interagire tra loro che sono, a loro volta, ottimali per quelle comunità a prosperare nel loro ambiente In quanto tali, quei modi di prosperare nella loro totalità - siano essi economici, culturali, spirituali o politici - saranno distinti in qualche modo come prodotti del loro ambiente bioregionale".

Il bioregionalismo è un concetto che va oltre i confini nazionali: un esempio è il concetto di Cascadia, una regione che a volte è considerata composta dalla maggior parte dell'Oregon e Washington, dall'Alaska Panhandle, dall'estremo nord della California e dalla costa occidentale del Canada, a volte includendo anche parte o tutto l'Idaho e il Montana occidentale.

Un altro esempio di bioregione, che non attraversa i confini nazionali, ma si sovrappone ai confini di stato, è l'Ozarks, una bioregione denominata anche Ozarks Plateau, che consiste nel Missouri meridionale, Arkansas nord-occidentale, angolo nord-est dell'Oklahoma, angolo sud-est del Kansas.

In Italia, il Consolato Estense del Gran Ducato di Flandrensis promuove una campagna per una gestione bioregionalista e sincretica de "La Bassa Modenese", un'area di depressione che raggiunge i 25 metri sotto il livello del mare, e che oltre a interessare la provincia di Modena, al momento è in parte di competenza delle province di Reggio Emilia, Ferrara e Mantova; in particolare con quest'ultima – essendo amministrata dalla Lombardia anziché dall'Emilia Romagna – sarebbero da abbattere barriere burocratiche dovute unicamente a confini amministrativi arbitrari.

Le bioregioni non sono sinonimo di ecoregioni come definite da organismi come il World Wildlife Fund o la Commissione per la Cooperazione Ambientale; queste ultime sono scientificamente basate e focalizzate sulla fauna e sulla vegetazione. Le bioregioni, al contrario, sono regioni umane, informate dalla natura ma con un elemento sociale e politico. In tal senso, il bioregionalismo è semplicemente un localismo politico con un fondamento ecologico.

In Europa, l'idea della società cristiana che si è avuta nel periodo della cosiddetta anarchia feudale del Medio Evo era istituzionalmente simile (tanto più che, comunque, le bioregioni qui identificate coincidono più o meno con le stesse) all'origine di un tentativo di lettura cattolica non primariamente biocentrica del bioregionalismo. Il massimo rappresentante di tale tentativo è il fiorentino Giannozzo Pucci. Mentre, in una versione più legata allo schema originario americano, è rappresentata dalla Newsletter "Il Lato selvatico" pubblicata dal Sentiero Bioregionale.

Panoramica 

Il termine è stato coniato da Allen Van Newkirk, fondatore dell'Institute for Bioregional Research, nel 1975, dato in valuta da Peter Berg e Raymond Dasmann all'inizio degli anni '70, ed è stato sostenuto da scrittori come David Haenke e Kirkpatrick Sale. Fu reso popolare dal poeta beat diventato anarchico buddista Gary Snyder, il quale, durante i suoi anni in Giappone, fu iniziato allo Shugendo, una forma di antico animismo giapponese.

La prospettiva bioregionalista si oppone a un'economia omogenea ea una cultura del consumo con la sua mancanza di gestione nei confronti dell'ambiente. Questa prospettiva cerca di:

  • Garantire che i confini politici corrispondano ai confini ecologici.
  • Evidenziare l'ecologia unica della bioregione.
  • Incoraggiare il consumo di cibi locali ove possibile.
  • Incoraggiare l'uso di materiali locali ove possibile.
  • Incoraggiare la coltivazione di piante autoctone della regione.
  • Incoraggiare la sostenibilità in armonia con la bioregione.

La mappatura bioregionale è un potente strumento per aumentare la comprensione, cambiare la storia e influenzare la politica. Una buona mappa bioregionale mostra strati di geologia, flora, fauna e abitato nel tempo. Tutti i contenuti interdisciplinari integrati in questo tipo di mappa la rendono un ottimo strumento di comunicazione per illustrare un approccio ecologico. Uno dei migliori esempi di una mappa bioregionale riccamente comunicativa è la nuova mappa di Cascadia di David McClosky.

Alcuni pensatori non sono d'accordo sul fatto che il pensiero ecologico profondo porti al bioregionalismo o che il bioregionalismo sia un modo praticabile di organizzare la società umana.

Rapporto con l'Ambientalismo

Il bioregionalismo, sebbene per certi aspetti simile all'ambientalismo, come il desiderio di vivere in armonia con la natura, differisce per certi aspetti dall'ambientalismo classico del XX secolo.

Secondo Peter Berg, il bioregionalismo è proattivo e si basa sulla formazione di un'armonia tra la cultura umana e l'ambiente naturale, piuttosto che essere basato sulla protesta come il movimento ambientalista originale. Inoltre, mentre gli ambientalisti classici vedevano l'industria umana come nemica della natura e la natura come una vittima che aveva bisogno di essere salvata; i bioregionalisti vedono l'umanità e la sua cultura come parte della natura, concentrandosi sulla costruzione di una relazione positiva e sostenibile con l'ambiente sociologico ed ecologico, piuttosto che concentrarsi sulla conservazione e segregazione della natura selvaggia dal mondo dell'umanità.

La Critica ai Sistemi Costituiti

In concreto, la prospettiva bioregionalista, in tutte le sue accezioni, vede nello Stato-nazione un'istituzione storicamente recente e, contemporaneamente, già obsoleta, che si è imposta dopo una lotta contro le autonomie locali, trasformando l'abitante da agente attivo e partecipante alle decisioni - qual era nel contesto comunitario, come si vede dalle vestigia rimaste, per esempio, in alcuni Cantoni svizzeri - a recettore passivo di beni e servizi in cambio della sua anonima "cittadinanza".

In controtendenza, il bioregionalismo propone una ristrutturazione complessiva dell'organizzazione territoriale, per il bene non solo degli esseri umani (che, comunque, nelle letture europee restano centrali), ma di tutta la biosfera, ridiscutendo gli arbitrari confini statuali della tarda modernità, a partire dal principio d'autodeterminazione, esprimendo autonomie ed interconnessioni naturali sulla base delle identità culturali. Dalla più semplice - la comunità locale - alla più complessa - il pianeta terra: la mitica "Gaia".

Inoltre spinge a recuperare lo spirito che caratterizzò il "senso del limite" degli antichi, o anche di moderni, come Giovannino Guareschi e Aleksandr Isaevič Solženicyn.

Il problema di fondo è di ripensare pluralisticamente il mondo fuori da come si è strutturato l'Occidente post-rivoluzione francese, col suo pseudo-universalismo monistico e dalla sua visione etnocentrica rispetto alla quale tutto diventa periferia.

Una Politica Bioregionalista

Le assemblee bioregionali nordamericane si sono riunite in raduni semestrali di bioregionalisti in tutto il Nord America dal 1984 e hanno dato vita a partiti verdi a livello nazionale. I principi del bioregionalismo sono spesso utilizzati dai movimenti verdi, che si oppongono alle organizzazioni politiche i cui confini sono conformi ai distretti elettorali esistenti. Si ritiene che questo problema porti i rappresentanti eletti a votare in conformità con i loro elettori, alcuni dei quali potrebbero vivere al di fuori di una bioregione definita e potrebbero andare contro il benessere della bioregione.

A livello locale, diverse bioregioni hanno congressi che si riuniscono regolarmente. Ad esempio, la bioregione dell'Ozark Plateau ospita un congresso annuale della comunità dell'area di Ozark, meglio noto come OACC, che si riunisce ogni anno dal 1980, il più delle volte il primo fine settimana di ottobre. Il Kansas Area Watershed, "KAW" è stato fondato nel 1982 e da allora si riunisce regolarmente. KAW tiene una riunione annuale, di solito in primavera.

Il governo della provincia canadese dell'Alberta ha recentemente apportato importanti modifiche alle sue politiche sull'uso del suolo, incluso un documento separato "quadro sull'uso del suolo" per ogni grande bacino fluviale all'interno della provincia. Ciò è supportato da iniziative locali come la Beaver Hills Initiative per preservare un'ecoregione che comprende il Parco nazionale di Elk Island e l'area circostante.

In Italia il bioregionalismo non ha grande diffusione, a partire dalle principali associazioni ambientaliste, i verdi e la sinistra politica in genere. Ha suscitato un certo interesse in settori del movimento anarchico e pensatori anticonformisti, come Eduardo Zarelli, Giorgio Nebbia, Giuseppe Moretti. Quest'ultimo, Coordinatore della Rete Bioregionale Italiana, ha scritto per il defunto blog Movimento Zero quest'articolo per spiegare sinteticamente in cosa consiste il bioregionalismo, corrente culturale a sfondo ecologico, economico e sociale nata negli anni '70 nell'America del Nord, come risposta al nascente (e crescente) disagio dell'uomo globale verso il proprio sradicamento e la perdita di identità verso se stesso e verso il mondo circostante:

Ri-abitare il Mondo in cui viviamo

Ri-abitare il Mondo in cui viviamo significa pensare a noi stessi come parte interdipendente del mondo naturale.

Ri-abitare il Mondo in cui viviamo significa andare oltre i ‘confini’ che abbiamo tracciato, significa conoscere l’intreccio di relazioni che lega le nostre vite con l’ambiente che ci circonda.

Significa pensare a noi stessi come parte interdipendente del mondo naturale, e, forse ancora più importante, sviluppare un senso del posto che sappia andare oltre il dogma dell’uomo signore e padrone del creato, e allargare invece il senso di comunità con tutti i viventi: umani e non-umani che siano.

Il bioregionalismo è un tentativo per recuperare questo senso di appartenenza.

Le bioregioni vanno oltre i confini legislativi-politici, esse spostano la nostra attenzione sull’essenzialità del mondo naturale e pongono la società umana nel contesto ambientale. Ma cos’è allora una bioregione? Una bioregione è una regione naturale della terra e si può descrivere con l’aiuto della climatologia, pedologia e fisiologia, o semplicemente seguendo gli areali di flora e fauna autoctona.

Ma l’esempio più immediato e semplice per dare un’idea di che cos’è una bioregione oggi, in un mondo sempre più livellato e banalizzato, è quello del bacino idrografico: un corpo unico definito dall’acqua, all’interno del quale le diverse caratteristiche biologiche e fisiche si influenzano e interagiscono a vicenda, man mano che il reticolo d’acqua scende dalla montagna, percorre le valli e poi si getta in mare. Le caratteristiche ecologiche determinano il tipo, la qualità e la quantità di risorse naturali esistenti nella bioregione, le quali a loro volta determinano le attività, gli scambi, le organizzazioni sociali e le culture umane.

Detto questo, comunque, le bioregioni hanno confini porosi, nel senso che sono costantemente in cambiamento e costantemente in relazione con le bioregioni circostanti… e il pianeta Terra.

Cosa significa oggi pensare in termini bioregionali, cosa significa pensare al proprio luogo in termini di sistemi connessi, in un momento in cui la moderna società tecno-consumista ha condizionato stili di vita, risorse e ricchezza della diversità biologica e culturale alle leggi del potere, mercato e convenienze?

L'esempio più immediato e semplice per dare un’idea di che cos’è una bioregione è quello del bacino idrografico Pensare in termini bioregionali significa innanzitutto recuperare la nostra interezza come persone e cioè la capacità critica verso un sistema che annichilisce l’essere umano che è in noi e oggettivizza l’altro da noi.

Significa diventare attori della propria vita nel rispetto delle parti, significa creare una società che sia responsabile, giusta e umile nella consapevolezza di essere che un “filo dell’ampia trama della vita”.

Spesso, ci viene detto che sì questa idea bioregionale è affascinante ma troppo distante dalla realtà, dal cosiddetto ‘mondo reale’. Il punto è che l’idea bioregionale fa proprio riferimento al "mondo reale", che però è molto più ampio di quello pur legittimo a cui fanno riferimento le preoccupazioni umane. Il più ampio Mondo Reale è tutto ciò che ci circonda e che sostiene la vita sul pianeta. Il più ampio Mondo Reale è l’acqua che scorre libera e selvaggia, è la montagna che si allunga verso il cielo, è la nidiata di topolini nel prato, è il virus che prende e tempra l’organismo. Il più ampio Mondo Reale è il mondo della natura, e noi parte di essa attraverso l’acqua che beviamo, il cibo che mangiamo, l’aria che respiriamo. La natura non è né bella né brutta, avara o generosa a seconda del nostro umore o interesse.

La natura è, con leggi e meccanismi propri, del tutto selvatica. La natura non è un mondo gratis, nel senso che non ci appartiene, siamo noi che apparteniamo ad essa.

Ciò per cui l’obiettivo bioregionale è quello di riportare l’essere umano e le sue attività, culture e stili di vita all’interno dell’economia della natura, attraverso il buon senso di una cultura della reciprocità e del limite. E in questo le bioregioni non sono altro che il teatro della pratica, il qui e ora dove assumerci le nostre responsabilità nel più ampio riequilibrio planetario.