Il socialismo inglese, più conosciuto con il suo ritaglio Ingsoc e in alternativa come "orwellianismo", è un'ideologia totalitaria "doubleplus" basata sul romanzo classico di George Orwell 1984, che abita in un'area dell'AuthUnity al di fuori della bussola politica. IngSoc ha incaricato l'autore di ricordarti che la guerra è pace, la libertà è schiavitù e l'ignoranza è forza. Il grande Fratello ti sta osservando. Viene spesso descritto come "l'apice del totalitarismo", in cui lo stato ha il controllo completo sull'individuo.

"Se vuoi una visione del futuro, immagina uno stivale che calpesta un volto umano, per sempre."

Il romanziere inglese George Orwell ha scritto narrativa che criticava pesantemente il totalitarismo socialista democratico, temeva che i movimenti socialisti nel Regno Unito alla fine si sarebbero trasformati in una società totalitaria governata interamente da un unico partito e da un'unica ideologia. Pubblicò Nineteen Eighty-Four nel 1949 e creò il Partito Socialista Inglese, o Ingsoc, come esempio di ciò, mostrando le conseguenze della sorveglianza del governo sconvolta, della guerra senza fine e della propaganda.

Neolingua

Il neolingua è la lingua ufficiale dello Stato dell'Oceania ed è stato uno dei maggiori veicoli di propaganda del Socialismo Inglese. È una versione estremamente semplificata della lingua inglese, che all'interno del neolingua è indicata come Oldspeak. Lo scopo della neolingua è l'eliminazione di qualsiasi sfumatura dalla lingua inglese per far sì che chiunque parli in questa nuova versione dell'inglese possa pensare solo come dettato dal partito.

Il neolingua è composto principalmente da ritagli di parole antiche, ad esempio il nome del partito "Ingsoc" e i nomi dei ministeri dello stato oceanico (minitrue, miniluv, miniplenty e minipax), un riferimento al gergo politico e burocratico dell'URSS (Politburo, Comintern, Gulag, ecc.) e anche della Germania nazista (Gestapo, nazista, ecc.).

Il neolingua era una critica alla tendenza all'interno della lingua inglese a diventare sempre più semplificata in modo tale da rimuovere le sfumature dalla lingua, cosa di cui ha parlato anche Orwell nel suo saggio Politics and the English Language.

Bipensiero

Il Doublethink è lo stato di credere 2 termini completamente contraddittori allo stesso tempo con completa certezza per entrambi. Ad esempio "Siamo sempre stati in guerra con l'Eurasia, l'Estasia è sempre stata nostra alleata e siamo sempre stati in guerra con l'Estasia, l'Eurasia è sempre stata nostra alleata". Doublethink si basa sulle varie contraddizioni ideologiche in cui andrebbero gli stati totalitari per raggiungere i loro obiettivi politici. Ad esempio il modo in cui nella Germania nazista il nemico era dipinto sia come inferiore ai tedeschi, ma anche come colui che controllava il mondo intero dall'ombra.

Teoria

La Guerra È Pace

Secondo Goldstein la guerra permanente che vede coinvolti i tre superstati Oceania, Eurasia ed Estasia è un meccanismo di distruzione continua ed eterna del surplus di produzione che la società industriale esprime. Non potendo tornare ad una società pre-industriale, e per evitare che il surplus di produzione vada a migliorare le condizioni di vita degli individui (rendendoli così meno docili e controllabili), i tre superstati si combattono in un conflitto che prosegue invariatamente dalla metà del XX secolo senza che nessuno dei tre sia in grado di prevalere sugli altri due.

Allo scopo di perpetuare la guerra vengono compiuti periodici rovesciamenti d'alleanza, che l'uso sistematico del bispensiero provvede immediatamente a cancellare dalla memoria collettiva, come se ciascuno Stato fosse sempre stato in guerra contro l'attuale nemico ed alleato con l'attuale cobelligerante. L'impossibilità sia di tornare ad un passato pre-industriale, sia di tener bassa la produzione mantenendo disoccupata una gran parte della popolazione (come fatto negli anni dal 1920 al 1940 secondo Goldstein) - pena la vulnerabilità militare - fa sì che l'unico meccanismo possibile per impedire che l'eccedenza di beni e servizi venga usata per redistribuire ricchezza alla popolazione sia la guerra permanente.

In questo senso la guerra non necessita nemmeno di essere combattuta materialmente per produrre i suoi effetti sulla ricchezza: gli armamenti prodotti possono essere consumati semplicemente smaltendoli per obsolescenza, senza aver sparato un sol colpo, come nel caso delle Fortezze Galleggianti o delle bombe atomiche, che tutti i contendenti possiedono, ma che nessuno usa più dagli anni Cinquanta. Inoltre la guerra permanente rende il clima psicologico pari a quello di "una città assediata" e fa sembrare del tutto naturale che il potere sia nelle mani di una ristretta oligarchia.

Infatti, la distruzione delle eccedenze potrebbe essere ottenuta altrettanto bene con lo spreco di risorse verso obiettivi inutili (come costruire templi o piramidi, scavare buche e poi riempirle etc.) ma questi meccanismi non assolverebbero altrettanto bene anche le necessità di psicologia di massa del Partito per il mantenimento del suo potere. Ciò perché agli scopi del Partito non è sufficiente che ciascun suddito di Oceania sia sottomesso al regime, ma serve anche che egli sia un fanatico ignorante dominato da sentimenti d'odio, di furore, di paura e di orgiastico senso del trionfo: uno stato psicologico realizzabile solo in tempo di guerra totale.

La guerra a questo punto non deve nemmeno essere reale - ai fatti le stesse battaglie combattute nei territori disputati fra i tre superstati non sono che una finzione dal punto di vista strategico, e non coinvolgono tatticamente che eserciti piccoli a paragone delle immense masse umane smosse durante i conflitti mondiali che hanno preceduto l'avvento dei superstati. Nessuno dei tre contendenti è in grado - ma soprattutto vuole - distruggere i propri rivali. Nonostante ciò il bispensiero consente a ciascun membro del Partito Interno di credere sinceramente e fanaticamente che la guerra è destinata ad una prossima fine vittoriosa, sebbene per gli scopi strategici della guerra permanente egli debba sapere che la realtà del conflitto è del tutto differente. Infatti mentre l'ideologia ufficiale parla di un piano per ammassare missili atomici in quantità sufficiente da infliggere al nemico un colpo micidiale e definitivo, questo piano non trova mai attuazione.

E anche obiettivi strategici limitati ma perfettamente a portata di mano, come la conquista di importanti aree al confine fra i superstati (per esempio l'occupazione dell'Inghilterra da parte di Eurasia o dell'Europa occidentale da parte di Oceania) non vengono attuati per i problemi d'ordine squisitamente ideologico che comporterebbero, come l'assimilazione ovvero il genocidio delle popolazioni conquistate. La guerra infatti si mantiene costantemente nell'area equatoriale e mediorientale e nelle regioni artiche, e i fronti si spostano di poco in queste zone, senza mai passare realmente le frontiere dei superstati. Solo le bombe-razzo passano da uno Stato all'altro, colpendo indiscriminatamente le popolazioni e ricordando anche lontano dal fronte che la guerra è reale e materiale.

Naturalmente è del tutto plausibile che le bombe volanti siano scaricate sulla popolazione civile dai loro stessi Stati per rendere plausibile l'idea di un nemico in grado di attaccare anche le città dello Stato stesso, oltre che solo i suoi confini come forse effettivamente accade. "La guerra è pace" dunque significa che lo stato permanente di conflitto fra i tre superstati è la condizione necessaria affinché il regime imperante in ciascuno di essi si perpetui. Nessuno dei tre Stati, infatti, avrebbe di che guadagnare da una vittoria sugli altri. D'altro canto, anche l'impossibilità di essere sconfitti permette l'applicazione del bispensiero e la negazione della realtà funzionali al mantenimento del potere anche contro ogni evidenza materiale.

Come ogni principio dell'Ingsoc, "La guerra è pace" ha un significato ambiguo che può essere padroneggiato solo da chi è perfettamente addentro al funzionamento del bispensiero: lo stesso significato della parola "guerra" è ambiguo poiché se dal punto di vista della propaganda ufficiale essa è intesa ancora come "conflitto totale per il conseguimento di un obiettivo strategico", nella realtà essa è una perfetta impostura. Dal punto di vista materiale se i tre superstati si accordassero e decidessero una pace perpetua rinchiudendosi ermeticamente nei propri confini, il risultato sarebbe il medesimo. E così una pace perpetua sarebbe del tutto identica ad una guerra perpetua.

I tre slogan sono: «La guerra è pace». «La libertà è schiavitù». «L'ignoranza è forza».

La Libertà è Schiavitù

La libertà è schiavitù (in inglese "Freedom is slavery") è un altro dei tre slogan dell'Ingsoc. Gli slogan sono incisi sulla facciata del Ministero della Verità e vengono alternati all'effigie del Grande Fratello durante le proiezioni dei cinegiornali. Sono anche incisi sul verso delle monete da 25 centesimi di dollaro, moneta corrente in Oceania nel 1984. Secondo Anthony Burgess si tratta di slogan "da Germania nazista".

Lo slogan "la libertà è schiavitù" viene espresso in "archelingua" - ossia inglese - ma nelle previsioni del Partito, entro il 2050 l'avvento della neolingua perfezionata consentirà l'abolizione stessa dello slogan, poiché mancheranno le parole per esprimere il concetto di "libertà" nella sua accezione politico-filosofica. "La libertà è schiavitù" è il pilastro dell'Ingsoc che O'Brien spiega a Winston Smith durante una seduta di tortura per illustrare i fini del governo dell'Ingsoc e del Partito. Secondo i dettami dell'Ingsoc l'uomo libero è sempre condannato alla sconfitta e alla morte. Solo quando si sottomette all'entità collettiva ed eterna del partito può divenire onnipotente ed immortale.

Inoltre come ogni concetto espresso dal Partito è soggetto a inversione di bipensiero, ovvero può divenire il suo contrario sia in senso logico che grammaticale, con un'inversione dei termini: "la schiavitù è libertà". Lo slogan è la prima cosa che Winston Smith scrive sul blocco di fogli che gli viene concesso durante la riabilitazione psicofisica seguita agli interrogatori preliminari nel Ministero dell'Amore. I capitoli del volume di Emmanuel Goldstein Teoria e prassi del collettivismo oligarchico sono intitolati secondo i tre slogan dell'Ingsoc, e ne spiegano il funzionamento secondo la realtà e secondo l'ideologia del Partito.

Tuttavia un capitolo dal titolo "La libertà è schiavitù" non viene citato espressamente, e se esiste, Winston Smith non fa in tempo a leggerlo prima dell'arresto. La spiegazione di questo terzo cardine dell'Ingsoc avviene per l'appunto durante le sedute di tortura e lavaggio del cervello cui viene sottoposto nel Ministero dell'Amore. Secondo Anthony Burgess, lo slogan significa - con un "paradosso involontariamente spiritoso" dell'ideologia dell'Ingsoc - che "dover scegliere un nostro personale modo di vita è un fardello intollerabile. Il tormento della libera scelta è il rumore delle catene della schiavitù".

L'Ignoranza è Forza

Essenzialmente questo slogan vuol dire che maggiore è la conoscenza di un individuo, tanto più esso è preda di dubbi e contraddizioni del pensiero. Tanto meno esso sa, quanto più egli sarà in grado di agire secondo i dettami del Partito.

Il capitolo I del volume di Emmanuel Goldstein Teoria e prassi del collettivismo oligarchico è intitolato L'ignoranza è forza, spiega il funzionamento dello slogan secondo la realtà e l'ideologia del Partito. Secondo Goldstein la forza del Partito che domina Oceania si basa sull'ignoranza nel quale riesce a tenere le masse: i prolet in un'abiezione semi animalesca, i membri del Partito nell'ignoranza auto-inflitta attraverso il bispensiero e i meccanismi di esso detti stopreato e nerobianco, coi quali volontariamente rinunciano ad ogni forma di pensiero critico e si privano d'ogni conoscenza che non sia quella dichiaratamente ordinata dal Partito in quel dato momento.

Il controllo del passato - attraverso la censura assoluta esercitata nel presente immaginario del romanzo - è essenziale per completare lo stato di ignoranza in cui versano gli abitanti dell'Oceania: l'alterazione della memoria del passato è fondamentale per il mantenimento del potere dell'Ingsoc perché impedisce al presente qualunque confronto coi tempi andati e soprattutto consente di far aderire il passato al dogma dell'infallibilità del Partito. Poiché il Partito non è nella realtà infallibile, si modifica la memoria del passato affinché esso coincida con l'ideologia dell'Ingsoc. La falsificazione del passato è essenziale alla sopravvivenza dell'Ingsoc in Oceania come le attività di repressione della psicopolizia.

Come ogni principio dell'Ingsoc, "L'ignoranza è forza" ha un significato ambiguo che può essere padroneggiato solo da chi è perfettamente inserito nel funzionamento del bispensiero: il potere dell'Ingsoc infatti si basa ad un tempo sulla negazione della propria fallibilità (e quindi sull'assoluta ignoranza di essa) e dall'altra parte sulla capacità di imparare dai propri errori. La capacità di combinare gli opposti e farli esistere allo stesso tempo in cui li si nega è fondamentale per l'Ingsoc e lo si vede in ogni espressione del regime, dagli ossimorici nomi dei ministeri ("Ministero della Pace" che si occupa della guerra, "Ministero della Verità" che si occupa della menzogna sistematica etc.) non solo per una forma di ironia o di sadico compiacimento, ma soprattutto per dimostrare che è possibile affermare i contrari continuamente con un deliberato e continuo esercizio di bispensiero. Questo genera una sorta di "controllata pazzia" che consente al Partito Interno di mantenere il suo potere in eterno, spezzando per sempre la dialettica fra "Alti", "Medi" e "Bassi" che ha rappresentato - secondo Goldstein - la realtà della storia umana fino all'avvento dell'Ingsoc.